S. Fullana, The Man from Another Era
Il buon Mauro, di cui ho già parlato qui, mi dà oggi lo spunto per una segnalazione (questo periodo va di segnalazioni, chevvedevodì?). Sion Fullana, nato a Majorca, vive e lavora a New York. È un fotografo e un regista e fin qui. Quello che mi ha davvero colpito è la sezione “Throught the Lens of an iPhone”; qualcuno può dire: “c'è un sacco di gente che fa fotografie con l'iPhone!”, vero però lui le fa bene. Sfido chiunque a capire alla prima occhiata con che tipo di fotocamera sono state prese... e non credo che il merito vada tutto al signor Steve Jobs...
Cosa ancora più interessante è, a mio parere, la “classicità” di queste immagini. Vale a dire: a parte, forse addirittura a dispetto, della “macchina”, assolutamente moderna e “up to date”, mi sembra di leggere in queste immagini i canoni tradizionali di luce, inquadratura, linguaggio, che hanno caratterizzato grandi maestri della fotografia.
Per esempio, questa foto non vi ricorda (a me moltissimo) la famosa che Elliott Ervitt scattò a Parigi nel 1989?
S. Fullana, The Man Who Dreamed of Mary Poppins
E. Erwitt, Springer, Paris
Quest'altra invece non ha qualcosa delle geometrie pulite, fintamente sbagliate, di Robert Frank?
S. Fullana, The Wonderlfull World of the Kid Who Battled His Shadow
E lei non sembra una donna fuori dal mondo scappata da un set di Erwin Olaf?
S. Fullan, The Most Beautiful Rider
E questa, infine, non potremmo trovarla dentro “Early Color” di Saul Leiter?
S. Fullan, Man in the Rain
Le somiglianze potrebbero essere molte altre, o forse su nessuna di queste siete d'accordo con me. Non sto dicendo che lui stia copiando da questi grandi geni, né che automaticamente abbia il loro talento. Penso solo che un certo tipo, o meglio, certi aspetti di stili e linguaggi di osservazione sono stati così ricchi di significato che tendono a “riemergere”. Per dirla in modo un po' più fru-fru: c'è chi subisce la moda e chi invece la crea.