“La commedia quella sera mi annoiava, gli attori gridavano, non avevo il programma e non capivo nulla. Nel palco con noi vi era un medico, ma uno di quelli moderni, che sono prima filosofi, poi fisiologi,poi medici; un materialista calmo e feroce, che in tre parole distruggeva l’amore, l’anima, l’immortalità, riducendoli a questioni di nervi. Di Dio non discorreva più : lo aveva ammazzato da un pezzo. Io, fosse conseguenza di una giornata triste e uggiosa, o venisse dal dispetto di non aver trovato la mia catenella, mi sentivo disposta all’idealismo e quindi a contraddire aspramente il dottore”.
da”Dal vero” di Mailde Serao, Madella editore,Sesto san Giovanni (1916) pp.9-10
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
In alto la scultura raffigurante la scrittrice napoletana è opera di Lorenzo Recchia (1972)