Questa è tra le mie preferite, e sicuramente è stata l'anima di Femina Versi.
SIRENASon troppo stretta
nel mio abito di carne:
le ali
ricurve sulla schiena
chiedon venia
mentre la pelle tira
tra le giunture,
tra le cosce scure.
I miei piedi
da rapace
si stringon senza pace
tra dita che non conosco;
la coda al suo posto
vorrebbe agitarsi,
stendersi, posarsi
e segnar la rotta
anziché dimorar ridotta
alla base del sacro.
Sacro come il ruolo che ricoprivo
nel tempo mio lontano
coi mie seni femminei
e lo sguardo felino.
Or costretta
nella tuta carnale
vietato m'è il volo,
negata l'apertura dell'ale.
Ma un giorno, giuro,
mi libererò
di quest'abito di carne
e ad ampi passi
solcherò l'altura;
nello sgomento
degli umani santi
aprirò l'ali
e me ne volerò via,
pura.
E come arcangelo caduto
che riconquista il suo trono
sarò della femminea natura
il ritorno divino.
© Micaela Balìce, Femina Versi, Ed. Simple 2013
Immagine © Ilaria Ruggeri per Femina Versi, 2013
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