Siria: 4 giornalisti italiani in stato di fermo.

Creato il 06 aprile 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Da due giorni si sono perse le tracce con una troupe composta da un inviato Rai e tre freelance mentre si trovavano in Siria per un servizio.  Il progetto in cui erano coinvolti prevedeva una esperimento di “giornalismo partecipativo”, in cui gli inviati interagivano via Skype con i ragazzi della scuola San Lazzaro di Savena, Bologna, per confrontare domande e spunti di lavoro. Il programma, intitolato “Silenzio, si muore”, puntava a raccontare il conflitto interno siriano che sta dilaniando il paese, un aggiornamento rispetto il predecessore: “Siria2.0″.  Amedeo Ricucci è un inviato Rai, collaborando con la redazione di “La Storia Siamo Noi”.
Amedeo Ricucci era stato intervista da Retrò Online due settimane fa, proprio sulla Siria. Qui la sua intervista.
I tre freelance invece sono: Elio Colavolpe, fotografo, Andrea Vignali, documentarista e Susan Dabous, giornalista di origine italo-siriana.

I quattro stazionavano in Turchia, lungo il confine con la Siria, per rientrarvi al termine di ogni giornata di lavoro. Dallo scorso 2 Aprile sono entrati nella regione di Guvecci, in Siria, partendo da Antiochia. Quando nella giornata di venerdì non si sono presentati al videoappuntamento con gli studenti di Savena sono nati i primi timori, confermati dall’irreperibilità dei giornalisti sui loro cellulari GSM e satellitari. Nel corso della stessa giornata alcune fonti giornalistiche siriane ed estere  hanno confermato un avvistamento degli italiani nel villaggio di Yaqubiya, mentre si trovavano in stato di fermo per aver filmato e fotografato delle postazioni militari sensibili.  Il giornalista americano indipendente James Foley era già stato rapito lo scorso Gennaio nella stessa zona.
Ancora incerte le condizioni in cui si trovano i quattro giornalisti, nonostante si presuma che siano stati fermati da miliziani ribelli per accertarne le generalità. Nel frattempo la Farnesina assicura di seguire la vicenda ed essere in contatto con i familiari, sottolineando come occorra mantenere “il massimo riserbo” vedendo come priorità “l’incolumità dei connazionali”. Intanto il presidente del sindacato unitario dei giornlisti italiani (Il Fnsi), Franco Siddi, dichiara:”Mettiamo a disposizione della Farnesina tutta la nostra collaborazione, nel riserbo dovuto per garantire l’incolumità dei colleghi. Siamo fiduciosi nel lavoro della Farnesina e nel ritorno alla libertà dei colleghi”.

Articolo di Francesco Dovis.

Foto Bo yaser, licenza CC BY-SA


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