In realtà dentro tutto questo orrore i gas nervini invocati per dar modo agli Usa di avviare l’attacco, non centrano nulla: il napalm è considerato un’arma assolutamente convenzionale e usata ampiamente dagli stessi americani in tutti i teatri di guerra. Anzi a titolo di curiosità va detto che le prime vittime di un bombardamento al napalm si ebbero proprio in Italia, il 12 ottobre 1944, nei pressi Bologna nel tentativo americano di stroncare la resistenza dei tedeschi sulla Grüne Linie, ultimo baluardo della Gotenstellung e successivamente anche a Novellara, Reggio Emilia, Viadana, Fidenza, San Stino di Livenza.
Adesso però a settant’anni di distanza e dopo aver incenerito tutto il Vietnam, ci troviamo di fronte ai gas di napalm e alla mirabolante insinuazione mediatica che si tratti proprio di quelle armi di distruzione di massa contro le quali è giusto intervenire. Naturalmente non è che ciò venga sostenuto in termini chiari, ma ci si trova di fronte alla attenta costruzione di una verità emotiva destinata a sorreggere le scarse evidenze per un intervento che arriva dopo tonnellate di napalm, bombe di ogni tipo e 100 mila morti caduti nell’assoluta indifferenza.