I miliziani del’Isis sono riuscititi ieri a prendere il controllo del centro del campo profughi di Yarmuk, 8 chilometri a sud di Damasco, grande 2,1 chilometri quadrati e abitato oggi da più di 18mila persone, 112mila persone secondo le stime risalenti al 2002. Le forze dello Stato Islamico sono riuscite a farsi strada attraverso il quartiere di Hajar al-Asawad, fino ad arrivare all’ospedale interno al campo palestinese che è stato successivamente occupato e sono stati presi in ostaggio i volontari e i membri dello staff medico. Il campo profughi era sostanzialmente in mano a forze ribelli siriane dal 2012, le stesse che ora stanno cercando di riprenderne il controllo, nonostante i cecchini posizionati dall’Isis sopra palazzi strategici per impedirne l’ingresso, sopratutto nella zona meridionale del campo, quella maggiormente popolata. Dal 2012 ad oggi il campo di Yarmuk ha visto scoppiare numerosi conflitti tra le forze ribelli del Libero Esercito Siriano e quelle del fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, sovvenzionate dalle milizie lealiste di Assad.
Secondo quanto riportato dalla tv libanese al Mayadin, le fazioni ribelli darebbero invece dirette a Nasib, località nel sud della Siria, sotto assedio ormai da mesi, indispensabile per prendere il controllo di tutta la fascia di confine tra Siria e Giordania. A causa dell’aumento dei combattimenti, la Giordania ha deciso di chiudere tutti valichi di frontiera con la Siria, finché la situazione non si sarà ristabilita. La Siria continua ad essere l’ago della bilancia in grado di decidere le sorti del regime di Bashar al Assad, del cosiddetto Stato Islamico e, in generale, dell’aspetto del Medio Oriente così come lo conosciamo.