Credit: NASA/JPL-Caltech
Un team di astronomi potrebbe aver individuato la prima esoluna rocciosa in orbita intorno ad un pianeta alieno, un gigante gassoso tipo Giove.
La scoperta però non è stata confermata e probabilmente non lo sarà mai dato che risale ad un incontro casuale ed unico di oggetti della nostra Galassia osservato nel 2011.
"Non avremo la possibilità di osservare di nuovo l'esoluna candidata", ha dichiarato David Bennett dell'Università di Notre Dame, Indiana, autore del nuovo documento presentato e pubblicato sulla rivista Astrophysical Journal.
"Ma ci aspettiamo altri oggetti come questo".
Il dubbio, quindi, rimane e l'esoluna potrebbe essere in realtà una piccola stella intorno alla quale orbita un pianeta circa 18 volte più massiccio della Terra.
Lo studio internazionale è legato ai programmi Japan-New Zealand-American Microlensing Observations in Astrophysics (MOA) e Probing Lensing Anomalies NETwork (PLANET), che utilizzano i telescopi in Nuova Zelanda e Tasmania.
La loro tecnica di osservazione è chiamata microlensing gravitazionale (microlente gravitazionale) e si avvale di allineamenti casuali tra le stelle.
Quando una stella in primo piano passa tra noi e una stella più lontana, quella più vicina agisce da lente di ingrandimento, mettendo a fuoco ed amplificando la luce di quella più lontana.
Eventi che generalmente durano circa un mese.
Se la stella in primo piano, o lente, ha un pianeta in orbita, allora anch'esso agirà da seconda lente, illuminando o oscurando a sua volta.
Scrutando con attenzione questi passaggi, gli astronomi riescono a calcolare la massa della stella in primo piano rispetto al suo pianeta.
A volte, però, l'oggetto in primo piano potrebbe non essere una stella ma un pianeta ed in questo caso, si potrebbe misurare la massa del pianeta rispetto al suo compagno orbitante, una luna.
Da diverso tempo gli astronomi sono alla ricerca di esolune, per esempio sfruttando i dati della missione della NASA Kepler ma finora senza successo.
In questo studio, la natura dell'oggetto in primo piano, ossia della lente, non è chiara.
Il rapporto tra il corpo più grande e la compagna più piccola è 2.000 a 1: ciò significa che la coppia potrebbe essere una piccola e debole stella circondata da un pianeta circa 18 volte la massa della Terra, o un pianeta più massiccio di Giove con un luna più piccola della Terra.
Purtroppo nessuno sa dire quale di queste due interpretazioni sia corretta.
"I modelli dei ricercatori puntano sulla luna ma se si pensa semplicemente a quale scenario è più probabile in natura, la soluzione vincente è una stella", spiega Wes Traub, scienziato presso il NASA Exoplanet Exploration Program del Jet della NASA Propulsion Laboratory, Pasadena, in California, non coivolto nello studio.
La soluzione al mistero sarebbe capire la distanza a cui si trovano questi corpi: una coppia di massa inferiore, più vicina alla Terra, produrrà lo stesso tipo di evento di amplificazione / oscuramento di una coppia più massiccia e più lontano.
Ma una volta che l'effetto lente è finito fare calcoli diventa impossibile, perciò la vera identità della esoluna candidata e del suo compagno, un sistema soprannominato MOA-2011-BLG-262, rimarrà sconosciuta.