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Sitra’s monolith

Creato il 19 giugno 2014 da Iyezine @iyezine

Fabrizio Zambuto ci racconta come è nato uno dei migliori dischi dell’anno in campo hard rock.
L’esordio dei Sitra’s Monolith si prenota da subito per un posto in prima fila nella mia playlist annuale, nel frattempo leggete cosa ha da dirci il talentuoso e professionale chitarrista bergamasco.

iye Ciao Fabrizio, per prima cosa complimenti per l’immenso lavoro su “Sitra’s Monolith”. Puoi raccontarci la storia della vostra band ?

Ciao e grazie! I Sitra’s Monolith sono nati nel momento in cui sono riuscito a trovare i membri adatti a formare una rock band per dare vita ai brani che stavo componendo in autonomia e che stavano ormai giungendo alla forma conclusiva; dapprima ho conosciuto Manuel Togni (batterista degli Aleph, Soulphureus ma anche per Uli Jon Roth, Kee Marcello, Ule Ritgen e altri) e successivamente il bassista Michele Mora, il quale curiosamente avevo conosciuto anni prima per una sola occasione di festa e bravate senza più vederlo poi per anni; ti lascio immaginare la mia sorpresa nel momento in cui l’ho visto presentarsi per entrare nei Sitra’s Monolith! Da quel momento abbiamo lavorato molto ai brani, abbiamo cominciato a proporli live e a sottoporli al giudizio del pubblico, fino a che abbiamo deciso di fissarli definitivamente sul disco che hai potuto ascoltare.

iye Ho trovato il vostro esordio maturo e con un songwriting che, nel genere, sfiora la perfezione; con quali modalità prende vita un brano dei Sitra’s Monolith e come sono andate le cose in sala di registrazione?

Ti ringrazio! I brani nascono da ciò che sento di dover esprimere, sia nei testi che nelle musiche, e prendono la loro vera forma quando vengono suonati live, in quel momento in cui si fanno “vivere”. Raramente un brano nasce con testo e musica contemporaneamente, la musica in particolare prende vita imbracciando la chitarra e lasciandosi guidare dalle emozioni che si riescono a trasmettere al brano che sta nascendo e dalle emozioni che il brano stesso ti riesce a comunicare, è il brano stesso che in parte ti guida e in parte viene guidato; se cercassi di scrivere un brano a tavolino seguendo delle regole prefissate non arriverei da nessuna parte: è per questo che alcuni brani nascono in breve tempo e alcuni hanno bisogno di maturare per lungo tempo, fino a che io e il brano non stabiliamo il contatto giusto. In studio di registrazione siamo arrivati con i brani quasi completi, nel senso che le strutture ovviamente erano fissate ma non tutto era programmato, questo per evitare di togliere l’anima alla musica che ci accingevamo a suonare. Certo, è stato un lavoro snello dato che siamo stati mesi in sala prove e sul palco davanti al pubblico a far maturare i pezzi, per cui in studio di registrazione sapevamo esattamente cosa cercare e come ottenerlo.
Alcuni assoli ad esempio, come quello di Old Pictures Of You sono nati esattamente come ti stavo raccontando prima, sono stato guidato io da loro più che il contrario, nel caso specifico ricordo che il brano era già praticamente completo, ma per l’assolo ancora non avevo l’idea chiara del sound che avrei voluto raggiungere in studio, per cui mi sono messo a registrare tutto quello che suonavo sulla struttura della canzone liberamente, senza pensare; nel momento in cui ho riascoltato la parte del solo ho subito capito che quello era esattamente quello che cercavo, per cui l’ho trascritto e nel momento in cui l’ho registrato era esattamente lo stesso solo. Certamente non succede per tutti i brani, come ho detto il lavoro nel suo complesso non era già scritto nota per nota.

iye Il vostro album si può definire a buon titolo come hard rock, ma è pregno di suoni southern e blues; quali riscontri vi aspettate da questo lavoro, incentrato su uno stile musicale che da noi non è certo tra i più popolari ?

Mi aspetto che parli al cuore di chi ama la musica e di chi ama questo genere, cosa ci si può aspettare d’altro? Che io sia in Italia o all’estero non cambia, oggi c’è internet e chiunque può ascoltarlo ovunque, per cui problemi non esistono, senza contare poi che la realtà blues-rock-hardrock è molto viva anche in Italia, conosco un sacco di persone a cui piace, anzi possiamo dire che faccio fatica a trovare persone a cui non piaccia! Il fatto che non sia il genere di moda non ha alcun significato, se la musica trasmette qualcosa.

iye Riallacciandomi alla domanda precedente, negli States, band che da noi sono praticamente sconosciute raccolgono migliaia di fan, specialmente nella provincia (mi vengono in mente Wiskey Myers, Blackberry Smoke o lo stesso Michael Lee Firkins): ti piacciono le “nuove” leve del genere o preferisci le band più datate?

Fortunatamente come dicevo poco fa, la realtà di questo genere è viva, io personalmente ho sempre ascoltato molto rock classico, ma questo non vuol dire che al giorno d’oggi non ci siano artisti più che meritevoli, e non solo all’estero; anche in Italia ci sono molte band che portano avanti un discorso musicale di questo tipo, con ottimi risultati!

iye Ho trovato il tuo stile chitarristico molto vicino allo spirito hendrixiano, ma in realtà quali sono i tuoi axeman preferiti?

Beh Hendrix é sicuramente uno dei miei preferiti, l’altro mio grande preferito è Jimmy Page. Questi due sono sicuramente i mie due grandi miti, poi tutti gli altri di seguito, è anche una questione di genere musicale che preferisco; ad esempio, nonostante apprezzi incredibilmente i Van Halen e li ascolti moltissimo, non hanno influenzato in maniera preponderante il mio modo di suonare e comporre.

iye Molti tuoi colleghi si lamentano della “non scena”nazionale, nel senso che le band non si aiutano e, anzi, pare esistere costantemente questa sorta di spiacevole competizione, specialmente nel metal; in base alla tua esperienza le cose stanno davvero così e, se sì, come ti poni di fronte a questa spiacevole situazione?

Personalmente non avverto questo problema, anzi molto spesso abbiamo condiviso il palco con altre band per creare eventi unici, certo il nostro ambiente è molto più rock che metal. Noi come gruppo non siamo in gara e non abbiamo mai cercato la competizione con nessuno, tutto quello che ci interessa è la buona musica. Fortunatamente esistono locali dove c’è lo stesso spirito e ci sentiamo come a casa, locali dove vengono organizzati concerti quasi tutti i giorni della settimana e jam sessions regolarmente; è sufficiente vivere la propria passione con il cuore, i mezzi ci sono.

iye Mentre scrivo queste righe scopro della morte di Bambi Fossati, chitarrista genovese che con i suoi Garybaldi ha regalato musica stupenda negli anni 70′. Essendo stato uno dei discepoli più credibili dello stile hendrixiano in Italia, a quei tempi, immagino che tu ne conosca i lavori.

Assolutamente, ed è vero, era molto credibile, quel genere musicale poi è uno dei miei preferiti quindi che dire, non posso che apprezzarlo, Hendrix è stato il caposcuola di tutti. Di recente ho conosciuto Uli Jon Roth, una persona splendida, e ho avuto occasione di passarci un po’ di tempo, quello che è successo è che per metà del tempo abbiamo cantato i soli di Hendrix nota per nota a memoria in contemporanea, fantastico! Lui stesso mi ha detto che ha imparato moltissimo da Hendrix e che non dimenticherà mai quando lo ha visto dal vivo, per ogni chitarrista Hendrix è un pilastro fondamentale della propria formazione, senza dubbio, che questa cosa sia consapevole o meno.

iye Sembra una domanda un po’ frettolosa, ma sono certo che un musicista del tuo calibro starà già pensando al successore di Sitra’s Monolith; dopo un disco come questo che sta raccogliendo critiche unanimemente eccellenti si sente in qualche la pressione di scrivere musica dovendo mantenere un così alto standard qualitativo?

Nessuna pressione, anzi siamo sempre molto stimolati; e devo dire ci hai visto giusto, infatti il prossimo album si può considerare già a metà (per quanto riguarda la scrittura dei brani) e sta seguendo lo stesso iter del primo; i brani vengono proposti dal vivo e vengono letteralmente testati sul campo, il pubblico è il nostro più grande alleato da questo punto di vista, l’efficacia o meno di un brano è molto evidente in un concerto, per cui ci stiamo lavorando con passione e siamo molto contenti di quello che stiamo creando.

iye Domanda inevitabile: cosa vi attende sul fronte Live? Avete già in programma delle date nel periodo estivo ?

Certamente! Abbiamo in programma delle date per la promozione in ambito nazionale a luglio ed estere (Nord Europa) durante agosto; al ritorno ricominceremo a fare concerti in ambito nazionale sia in veste unplugged che nella nostra consueta veste di power trio, l’aspetto live per noi riveste un ruolo di massima importanza!

iye Per finire, prova a fornire a chi non ha familiarità con il genere un buon motivo per ascoltare i Sitra’s Monolith …

Questo album si può considerare rock perché è quello che abbiamo da esprimere come gruppo, ma l’unica cosa a cui puntiamo è la musica e ciò che riusciamo a trasmettere attraverso di lei, per cui non è l’unico genere presente. Le sonorità sono fortemente influenzate dalla chitarra, sia acustica che elettrica, come è lecito presupporre in un disco che prende le mosse dal blues per arrivare all’hard-rock, e si spinge fino ad avere piccole punte di psichedelia. Buon ascolto!

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Recensione SITRA’S MONOLITH

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