L’incendio di un importante serbatoio di carburante, colpito da un razzo, sta minacciando Tripoli in queste ore.
Già evacuati i quartieri vicini all’aeroporto, da due settimane teatro di violenti scontri tra milizie rivali, con un bilancio di almeno 97 morti e 400 feriti.
Vano finora l’intervento dei vigili del fuoco, che hanno esaurito le riserve in acqua e si sono ritirati nella notte dall’impianto gestito dalla Compagnia nazionale petrolifera (Noc).
I vertici della Noc temono che la potente esplosione del serbatoio possa provocare una “catastrofe” in un raggio di 5 km.
Il ministero del Gas e del Petrolio ha invitato i residenti ad abbandonare immediatamente le proprie abitazioni.
Nel contempo si è ampliata l’area della capitale coinvolta in scontri, sempre più intensi, tra gruppi armati sia nel quartiere dell’aeroporto che nella periferia sud di Tripoli, che ospita diversi siti militari e civili.
In posizione dominante, in base alle ultime notizie, gli ex ribelli di Zintan (170 km a sud-ovest della capitale), braccio armato della corrente politica liberale, che stanno avendo la meglio su miliziani islamisti e originari della città di Misurata (200 km a est di Tripoli).
Ieri 23 persone, di cui diversi cittadini egiziani, hanno perso la vita nelle proprie case colpite da razzi. Attaccato anche un convoglio dell’ambasciata britannica in un tentativo di furto che non ha causato alcuna vittima.
Il deteriorarsi della situazione a Tripoli ha spinto gli Stati Uniti a evacuare tutto il personale diplomatico americano per via terrestre.
Un appello a lasciare la Libia è stato lanciato nelle ultime ore dai governi di Germania, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Italia Belgio, Spagna, Malta e Turchia.
Stanno lasciando il paese anche 3000 cittadini filippini, per lo più medici e infermieri, con rischi concreti di indebolimento del settore sanitario.
La situazione è altrettanto instabile nella città di Bengasi, in cui dovrebbe, a breve, insediarsi il nuovo Parlamento.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Inviato il 29 luglio a 05:52
Di male in peggio e oggi peggio di ieri...