Magazine Diario personale

Sketches (for My Sweetheart the Drunk)

Da Margherita

Il mio piano consisteva in una toccata e fuga in quel di Vicenza, rapida, ma più che sufficiente per ubriacarmi di grappe bassanesi in compagnia del caro amico Ivan e per vedere tante altre persone meravigliose e normalmente sparse in giro per il continente alla parata del pride. Poi ho scoperto che mesi fa mi era stato chiesto di passare la seconda metà di giugno presso la dimora parentale, onde accudire i gatti in assenza di altri membri della famiglia. Suppongo di aver dato la mia disponibilità, anche se non ho ricordi di quel momento.
Già mi vedo intenta ad andare fuori di testa, fare un casino infernale ad orari improponibili e ad alimentarmi esclusivamente di noodles istantanei.

henry darger.jpg

Stanotte ho sognato frammenti di un concerto di persone non meglio identificate, il cui apice, nonché l'unica cosa che io ricordi abbastanza bene, era una cover eterea e trascendentale di After Laughter (Comes Tears) di Wendy René, con Julian Koster alla sega musicale.

Sognare canzoni che non esistono o versioni che non esistono di canzoni che esistono mi fa sempre uno strano effetto, soprattutto se gli artisti che popolano i miei viaggi notturni sono morti e non c'è modo di sperare che registrino ciò che ho sentito nella mia testa.
Dapprima, quando mi rendo conto che era solo un sogno, provo sempre un abbozzo di tristezza, come se un incendio frammentato su tutta la superficie terrestre avesse distrutto ogni singolo supporto sul quale era registrata una delle mie canzoni preferite, lasciandomi solo con il suo ricordo, destinato a svanire poco per volta. Poi però torno al piacere provato ascoltando per la prima ed ultima volta quei brani, chiudo gli occhi e tento di rientrare nel sogno. Non sono mai riuscita a superare la soglia, ma su quel punto di confine mi è capitato diverse volte di contemplare la mia fortuna e di sentirmi come se avessi avuto un fugace accesso ad altri universi in cui quelle canzoni esistono, e sono conservate su supporti magnetici. Mi ricordo ancora molto bene di quando una decina di anni fa sognai una canzone che non esiste di Jeff Buckley, che nel sogno mi parve del tutto coerente con i brani che sono rimasti più grezzi di Sketches for My Sweetheart the Drunk.
Sono belle cose.

(illustrazione di Henry Darger)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :