Skhizein

Creato il 08 luglio 2012 da Eraserhead
Incassare il colpo, nella perifrasi di Skhizein (2008) venire colpiti da un meteorite e non essere più se stessi. L’attenzione di questo amabile film francese si focalizza su un piano interpretativo che ha più livelli: abbiamo il cambiamento causato dall’evento, qui sta il colpo di genio: essere spostati di 91 centimetri un po’ più in là e quindi riformulare la piantina del proprio appartamento; ma abbiamo anche lo smarrimento dovuto all’allontanamento del proprio esserci, il protagonista dal faccione tondo come la luna non solo deve sincronizzarsi con la nuova vita (sedersi, rispondere al telefono, scrivere a macchina), ma deve, in primis, ritrovare la bussola della sua esistenza.
Gli strati della rappresentazione fanno congiungere 2D e 3D con nostalgica morbidezza, l’incontro è fecondo: la tridimensionalità permette al corto di realizzarsi al 100% con l’omino che attraversa le pareti, mentre le due dimensioni, non si può dire se effettive o presunte, operano invece nel campo delle suggestioni e ornano la storia con quel sapore di mestizia tanto caro a noi scontenti umani. Lo scenario così delicato non argina comunque il cambiamento men che meno lo smarrimento sopraccitati, il dispiacere cartonato si legittima nel finale dove il colpo rincara la dose e allora cercarsi diventa un’impresa senza senso, non più spostato e nemmeno sprofondato, il piccolo ometto si trova a galleggiare nel suo universo, nella sua casa, nella sua mente.

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