Gli strati della rappresentazione fanno congiungere 2D e 3D con nostalgica morbidezza, l’incontro è fecondo: la tridimensionalità permette al corto di realizzarsi al 100% con l’omino che attraversa le pareti, mentre le due dimensioni, non si può dire se effettive o presunte, operano invece nel campo delle suggestioni e ornano la storia con quel sapore di mestizia tanto caro a noi scontenti umani. Lo scenario così delicato non argina comunque il cambiamento men che meno lo smarrimento sopraccitati, il dispiacere cartonato si legittima nel finale dove il colpo rincara la dose e allora cercarsi diventa un’impresa senza senso, non più spostato e nemmeno sprofondato, il piccolo ometto si trova a galleggiare nel suo universo, nella sua casa, nella sua mente.
Gli strati della rappresentazione fanno congiungere 2D e 3D con nostalgica morbidezza, l’incontro è fecondo: la tridimensionalità permette al corto di realizzarsi al 100% con l’omino che attraversa le pareti, mentre le due dimensioni, non si può dire se effettive o presunte, operano invece nel campo delle suggestioni e ornano la storia con quel sapore di mestizia tanto caro a noi scontenti umani. Lo scenario così delicato non argina comunque il cambiamento men che meno lo smarrimento sopraccitati, il dispiacere cartonato si legittima nel finale dove il colpo rincara la dose e allora cercarsi diventa un’impresa senza senso, non più spostato e nemmeno sprofondato, il piccolo ometto si trova a galleggiare nel suo universo, nella sua casa, nella sua mente.
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