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Sky dal 2014 va su internet senza abbonamento e parabola con il progetto River (Wired)
Creato il 04 ottobre 2013 da Nicoladki @NicolaRaianoIl nome in codice è River, gli ingegneri del broadcaster di Rupert Murdoch ci stanno lavorando da un anno e mezzo, e vedrà la luce all'inizio del prossimo. Quando, per la prima volta nella sua decennale storia, Sky offrirà contenuti su internet, senza tre delle sue caratteristiche identitarie: 1) Niente più parabola; 2) Niente più decoder; 3) Niente più abbonamento.
Gli obiettivi del progetto River sono due. Il primo è ovvio: aumentare il numero di utenti, che oggi sono circa 4,7 milioni, cercando di raggiungere chi, pur non essendo abbonato, è interessato a singoli contenuti di Sky, magari solo in alcuni momenti dell'anno. Il secondo è strategico: anticipare l'arrivo in Italia (e quindi guadagnare quote di mercato) di Netflix, Hulu, Amazon e di tutte quelle piattaforme di tv online che negli Usa stanno conquistando sempre più utenti a scapito dei broadcaster via cavo e che prossimamente sbarcheranno anche da noi.
Tutto ciò sarà possibile grazie a internet, il mezzo con il quale Sky raggiungerà i nuovi utenti. La creatura di Murdoch non manderà in pensione i suoi attuali clienti e il suo modo di fare soldi, composto di abbonamenti, decoder e parabole. Ma per la prima volta nel nostro paese un produttore di contenuti e un titolare esclusivo di diritti decide di puntare sulla rete. Già da tempo Sky ha un catalogo online di film, serie tv e programmi vari che è possibile vedere via internet attraverso il decoder connesso o attraverso pc e in mobilità (Sky On Demand e Sky Go), ma per vedere questi contenuti la condizione minima è essere abbonati. Il passo che si sta per compiere con River è quello di eliminare i vincoli per gli utenti: sarà infatti possibile vedere un film o una serie tv senza essere abbonati. Basterà usare una tv connessa a internet o, più semplicemente, un computer, un tablet o uno smartphone. Sky, infatti, entro il primo trimestre del 2014 rilascerà un'app - compatibile con i sistemi operativi mobili di Apple e Android, con i televisori "connessi" dei marchi più importanti e con le principali console di videogiochi - che permetterà a chiunque di accedere ai suoi contenuti una tantum (e non per forza con decoder e parabola). River (che non sarà il nome commerciale dell'offerta) è quindi una applicazione con cui selezionare e avviare - con il telecomando, con il mouse o con i polpastrelli su uno schermo touch - un contenuto video, in diretta oppure registrato.
Il modello di riferimento è quello dei cugini inglesi di BSkyB che nell'estate del 2012 hanno lanciato Now Tv, l'offerta internet della tv britannica di News Corporation. Scaricata l'app, è possibile acquistare una giornata dei canali sportivi o un mese di serie tv e film (ci sono sia un catalogo sia lo streaming dei canali lineari. Nella comunicazione dell'offerta inglese vengono stressati due concetti: 1) non ci sono contratti (al termine del periodo di acquisto si è svincolati da Sky); 2) il prezzo economico dei pacchetti di contenuti che parte da 9 sterline, poco più di 10 euro.
Così sarà anche in Italia. Oggi, infatti, l'offerta più bassa di Sky è un abbonamento mensile di 19 euro, escluse le spese di installazione della parabola. Con il progetto River il costo scenderà molto: la nuova fascia di prezzo partirà da 9 euro. Per il cinema ci sarà un catalogo di circa 900 film più otto canali lineari; per le serie tv, al momento non è stato ancora definito il pacchetto ma è chiaro che - per la riuscita dell'operazione - ci saranno i canali e i contenuti più appetibili; la presenza dello sport nel progetto River è ancora nella fase di studio ma sicuramente non ci saranno la serie A e B di calcio (i diritti in possesso di Sky non riguardano anche internet) mentre è probabile che ci sia la Champions League.
I video non si potranno scaricare (è previsto solo lo streaming) e non ci sarà l'alta definizione: una risoluzione troppo elevata delle immagini richiederebbe un consumo di banda maggiore e questo limiterebbe la diffusione dei contenuti. E poi Sky vuole evitare che il progetto River "cannibalizzi" in poco tempo il parco abbonati, per ora sua principale fonte di ricavi. Il meccanismo di acquisto sarà molto semplice: si pagherà con carta di credito e tutti i dati che Sky chiederà ai nuovi clienti rimarranno nei loro server per agevolare gli acquisti successivi, quando per farsi riconoscere l'utente dovrà inserire soltanto uno username e una password.
In merito al progetto River, l'ufficio stampa di Sky Italia ha preferito non confermare né smentire, ed ha dichiarato: "L'intrattenimento televisivo è in continua evoluzione. In questi anni la convergenza fra diverse piattaforme, tecnologie e modelli di business differenti ha creato un mercato unico, in cui gli operatori si contendono 'l'attenzione' degli spettatori. E' un processo guidato dal consumatore, che è sempre più libero di scegliere fra molteplici offerte. In questo contesto Sky ha accelerato sul terreno dell'innovazione con HD, My Sky, On Demand e Sky Go, per rendere sempre più coinvolgente la user experience dei propri abbonati, ed è evidente che Sky continuerà a essere all'avanguardia nell'innovazione anche attraverso nuove formule, complementari alla propria offerta, in grado di intercettare ulteriore domanda, allargando il bacino di fruitori dei propri contenuti".
Sky dunque ci prova sapendo che alcuni numeri e dati di fatto possono essergli favorevoli. Al momento ci sono infatti circa sei milioni di italiani che da casa sono collegati alla banda larga ma che non sono abbonati Sky. Conquistare solo una parte di questi utenti significherebbe far crescere di molto la propria base clienti. Inoltre gli attuali 700mila utenti delle tv via internet in Italia diventeranno circa 5 milioni nel giro di 4-5 anni.
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