Andrea Scrosati
Sky Italia scommette sui grandi ascolti, spinge sulla raccolta pubblicitaria, strizza l'occhio sempre più a contenuti da grande tv generalista e intende liberarsi da quella immagine passata e un po' elitaria di piattaforma "da nanoshare". C'è, per esempio, la decisione di trasmettere in chiaro su Cielo (canale 26 del digitale terrestre) le Olimpiadi invernali di Sochi (Russia), dal 7 al 23 febbraio prossimi. Oltre 100 ore di diretta, focus su 15 discipline, tutte le gare degli Azzurri, ospiti in studio, highlights. Certo, la copertura integrale dell'evento ci sarà su Sky con sei canali dedicati, riservati al pubblico pagante. Però il meglio della kermesse sarà comunque visibile a tutti gratis. Un'eccezionale occasione per illuminare Cielo e fargli fare il definitivo salto in quei cinque nuovi canali del digitale terrestre che contano veramente. Canali, per intenderci, dall'1,5-2% di share sulle 24 ore.Con la crescita delle audience, arriverà anche più pubblicità. Sia su Cielo, sia sulla piattaforma a pagamento. Sulla quale la strategia dei vertici di Sky sta puntando molto a concentrare in alcuni punti della giornata pubblici piuttosto numerosi. Così da vendere al meglio gli spazi agli investitori pubblicitari, che cercano target specifici ma vogliono anche un po'di massa critica. Ecco quindi programmi-evento come X-Factor, o Masterchef, o l'offerta di nuovi film su Sky Cinema.
Ed è lo stesso Andrea Scrosati, vicepresidente di Sky Italia e responsabile per il cinema, l'intrattenimento, i canali partner e le news, a sottolineare l'importanza dei volumi di audience: il 7 gennaio "Cielo Tv all'1,43% di share sulle 24 ore e al 2,42% in prime time", scrive su Twitter. O, ancora, il 2 gennaio "Sky Cinema è sopra il 3% sulle 24 ore e con il 3% di Masterchef fa il 6%. Remember nanoshare?". Così come il 25 dicembre "Sky Cinema oltre il 6,5%. Remember nanoshare?".
Lo share è ovviamente un dato rilevante per attirare raccolta pubblicitaria. Una voce, l'advertising, determinante per i conti di Sky, con una marginalità altissima, e che diventa fondamentale in un panorama dove è sempre più difficile sia aumentare gli abbonamenti, sia accrescere i ricavi per ciascun abbonato (il cosiddetto Arpu). Il fatturato complessivo di Sky Italia è piuttosto plafonato da anni: i conti nel giugno 2009 si erano chiusi, per esempio, con ricavi per 2,73 miliardi di euro, profitti operativi per 286 milioni e un Arpu a quota 44 euro; nel giugno 2010 si era a 2,73 mld di ricavi, 165 milioni di profitti operativi e Arpu a 43 euro; nel giugno 2011 ricavi a 2,75 mld, profitti operativi a 170 milioni, Arpu a 43; nel giugno 2012 si sale a ricavi per 2,79 mld, profitti operativi a 190 milioni e Arpu a 41. Infine, a giugno 2013 (ma i conti 2013 di Sky Italia non sono ancora pubblici) le analisi prevedono ricavi per 2,71 mld, profitti operativi attorno ai 110 milioni di euro, e un Arpu a 42 euro.
Di fronte a un andamento del genere, può essere interessante insistere un po' di più sulla raccolta pubblicitaria. Che per Sky Italia vale circa il 10,4% del fatturato. Nel 2012 si era arrivati a raccogliere 291 milioni di euro. Nel 2013 le cose sono andate piuttosto bene relativamente al mezzo tv e allo scenario italiano, contenendo il calo attorno all'8%. Si prevede, quindi, una raccolta 2013 attorno ai 270 milioni.
Spingere sulla pubblicità significa, naturalmente, mettere i piedi nel piatto della tv generalista, organizzare grandi eventi e trasmetterli in esclusiva, conquistare larghe fette di audience. E Cielo, in questa nuova versione più frizzante e meno low profile, potrebbe dare molto fastidio ai big.