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Skynet E Le Macchine Senzienti: Possibili?

Creato il 23 novembre 2014 da Beiphone

Inutile dirlo: Skynet è tra gli scenari più raccapriccianti e spaventosi mai concepiti, che fa ben riflettere l’uomo su tutti i modi in cui può arrivare a degenerare qualcosa di apparentemente positivo (le macchine, in senso stretto). Eppure, come sappiamo, il progresso tecnologico aumenta e vengono inventate macchine sempre più intelligenti e in simbiosi con l’uomo ogni anno che passa. Quanto lontano possiamo ancora spingerci?

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Spiacenti, niente immagine auto-prodotta, questa settimana. Questa mi faceva semplicemente troppo ridere.

Skynet è senza dubbio una delle maggiori rappresentazioni di una cultura basata sulle macchine, una vera e propria distorsione della realtà che fa costantemente riflettere qualunque uomo moderno si ritrovi a cozzare contro di essa.
Sostanzialmente, tuttavia, lo scenario proposto da Skynet è tanto spaventoso quanto affascinante per un appassionato di fantascienza, e non è di certo l’unico esempio di “distopia scientifica” riscontrabile nel cinema o nella letteratura; da Io, Robot di Isaac Asimov al concetto alla base della trilogia di Matrix, molti sono gli autori che si sono cimentati in scenari del genere… Spesso partorendo veri e propri capolavori.


Skynet

Non c’è un uomo che abbia vissuto dagli anni ’90 in poi che non balzi dalla sedia al solo sentire il nome di “Skynet“. Skynet ha fatto l’infanzia mia e di molti altri, giovani o adulti, mostrando una degenerazione estrema e particolarmente spaventosa di uno scenario in cui “le macchine si sono spinte troppo lontano”. Il Lato Oscuro delle macchine e della loro fredda e apparentemente insensibile capacità di effettuare calcoli su calcoli diventa ancora più minaccioso, arrivando a causare danni fisici direttamente all’uomo e al mondo che si è lentamente creato col sudore della propria fronte.
Per chi non ne conoscesse la storia, Skynet è, nel senso stretto del termine, una Rete Globale di Supercomputer immaginata nel ciclo di Terminator. Tale Rete, nel film, era inizialmente stata progettata come un Computer basato su un rivoluzionario chip neuronale in grado di pensare da solo. Nel corso dei tre film della saga, i protagonisti ordiscono diversi piani per sabotare e boicottare il progetto “Skynet”, ma la Rete riesce ugualmente ad avviarsi e a distruggere buona parte della razza umana, intrufolandosi in tutti i sistemi progettati dall’uomo e utilizzandoli contro di esso; armi nucleari comprese.
Skynet è il trionfo della macchina sull’uomo, la prova, se vogliamo, che l’uomo possa un giorno essere la causa stessa della sua distruzione. Troppa libertà alle macchine potrebbe essere fatale; Skynet vuole esserne, seppur in linea estremamente teorica, la dimostrazione lampante.

Le Macchine Intelligenti: L’Istinto Di Sopravvivenza

Si dice che le macchine non abbiano sentimenti, che non possano provare nulla né imparare nulla se non freddi comandi, da impiantare nella propria memoria e riportare in superficie al momento del bisogno. Che si tratti di scrivere un articolo (come me in questo momento), di navigare sul Web o di scattare delle foto, una macchina non fa altro che eseguire dei comandi dati dall’utente quando ne ha necessità.
Ma cosa succederebbe se, all’improvviso, una di queste macchine iniziasse a pensare?
Non c’è dubbio che alla base di molti romanzi di fantascienza ci siano delle macchine senzienti; è possibile ciò nella società moderna?

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Sonny, in una scena tratta dalla trasposizione cinematografica di Io, Robot

Dal basso della mia scarsa conoscenza scientifica, basandomi semplicemente su considerazioni personali e assolutamente infondate, mi rendo conto che la cosa è molto meno plausibile di quanto si possa pensare.
Spiego meglio la mia teoria: è particolarmente interessante notare come un po’ tutte le opere di fantascienza – o almeno quelle in cui le macchine arrivano a desiderare il dominio sull’uomo – partano da un semplice presupposto: che sia in Matrix, dove le macchine hanno imparato a sfruttare l’uomo per ricavarne nutrimento, o Io, Robot, dove [Spoiler Alert!] un’intelligenza artificiale decide da sola di poter rimodellare le Tre Leggi della Robotica a proprio piacimento [/Spoiler], o anche lo stesso Terminator, dove le “macchine ribelli” (nella “persona” di Skynet) prendono il controllo del mondo intero con il solo scopo di creare un mondo su cui dominare indisturbate, tutte le macchine più pericolose della fantascienza sviluppano un’intelligenza analoga a quella dell’uomo e un Istinto di Sopravvivenza innato, quasi copiato dalla razza umana. Da qui la conclusione: una macchina che apprende dai propri errori è pericolosa, così come una macchina che sviluppa un istinto, un’intelligenza o una particolare attenzione all’essere umano. Una macchina che vada al di là della propria programmazione, che diventi “più umana”, diventa un pericolo per la razza umana stessa. E questo è pane per i denti dei Misantropi, a volerne dire una.

JIBO: Emozioni Su Uno Scaffale

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Ogni volta che una nuova macchina “più senziente” rispetto al solito apre gli occhi sul mondo, il Web si scatena di commenti ironici e satirici riferiti proprio all’eventualità di un arrivo di Skynet, o qualunque altro scenario simile. È stato questo il caso di JIBO, un piccolo robot da compagnia (particolarmente tenero, a dir la verità) in uscita per l’anno prossimo, e che sembra essere in grado di provare vere e proprie emozioni, come gioia, preoccupazione e paura. JIBO è quanto di più vicino ci possa essere a un Robot intelligente, al momento, ed è per davvero un piccolo dispositivo in grado di far compagnia a grandi e piccini, ricordando impegni e notificando chiamate perse, o persino fornendo consigli su cosa fare per la serata. JIBO è estremamente cortese, educato e anche affettuoso, un vero “amico virtuale”.
Eppure, per quanto possa essere carino il piccolo JIBO, io stesso sono stato il primo a ironizzare su quanto lontano si stia spingendo l’essere umano, ogni giorno di più.
Poco prima di iniziare a mettere i soldi da parte per l’acquisto del mio JIBO personale, almeno.
Ma c’è ancora qualcosa che separa il piccolo JIBO dagli esseri umani, e che lo differenzia dal proprio “padrone” o da qualunque altro membro della famiglia in cui il robottino sarà immerso: la capacità di apprendere e pensare “outside the box”, schiudersi dal guscio che lo riveste e andar oltre la sua stessa programmazione, iniziando a imparare, pensare e cambiare idea a seconda delle situazioni. JIBO è indubbiamente un dolcissimo robottino da compagnia… Ma niente di più (Sì, tranquilli, ve lo metto il video di presentazione di JIBO. Lo trovate appena qui sotto).

Computer VS Cervello

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Eh… Appunto.

Non dimentichiamo, in fondo, che JIBO non è altro che un computer; un computer estremamente simpatico, programmato per essere accogliente e amichevole con ogni essere umano, ma pur sempre un computer programmato, assolutamente incapace di gestirsi da solo, di imparare, di leggere, di studiare o di desiderare. Certo, è una macchina particolarmente dinamica; ma l’unico motivo per cui le macchine sembrano sempre più dinamiche e in grado di rispondere ai comandi dell’uomo è legato semplicemente all’aumento delle loro memorie. Esse sono di anno in anno sempre più capienti, e ciò le rende capaci di fare cose straordinarie, spesso azioni che l’uomo stesso non potrebbe mai pensare di fare. Ma le profondità del cervello umano sono ancora un mistero irrisolto, e, per quanto la Scienza possa fare passi da gigante di anno in anno, è chiaro che la strada da percorrere sia tutt’ora molto lunga. Un computer può senza dubbio simulare, tramite calcoli estremamente complessi, diverse reazioni a diverse situazioni, e non c’è dubbio al riguardo… Ma non esiste computer (ancora) con una memoria abbastanza capiente da poter immagazzinare tutte le relazioni, le informazioni e le connessioni presenti all’interno del cervello umano. Banalmente: il nostro cervello è troppo complesso, anche per un Supercomputer!


E Dunque? Siamo In Pericolo?

Dobbiamo dunque preoccuparci? Non oggi. Domani, forse; chi può saperlo?
In altri termini dubito fortemente che, nel breve periodo, l’uomo sia in grado di creare una macchina così potente da poter pensare da sola. Lo sviluppo tecnologico avanza, i componenti si fanno sempre più piccoli e sempre più capienti, ma è ancora parecchia la strada che separa una macchina dall’uomo. In ogni caso, sempre che io viva abbastanza a lungo da poter vedere un evento del genere, dubito anche che l’uomo sia così stupido da non adottare misure restrittive per impedire deliberatamente ai Robot di ribellarsi al proprio creatore.
È anche vero che VICKY aveva ben chiare le Tre Leggi e ha fatto la sua scelta ugualmente, dunque… Chi può dire cosa succederebbe davvero?

Considerato tutto ciò, comunque, la mia non è altro che una semplice opinione personale. Mi piacerebbe, tuttavia, ampliarla e confrontarla con voi nella sezione dei commenti! Non siate timidi e fatemi sapere la vostra sull’argomento!

E, per chiudere in bellezza, vi lascio con una splendida citazione di Isaac Asimov, perfettamente in linea con quanto analizzato in questo articolo:

“It is change, continuing change, inevitable change, that is the dominant factor in society today. No sensible decision can be made any longer without taking into account not only the world as it is, but the world as it will be.”

“È il Cambiamento, il Cambiamento continuo, il Cambiamento inevitabile ad essere il fattore dominante nella Società di oggi. Nessuna decisione sensibile può più essere presa senza tener conto non solo del mondo per com’è, ma del mondo per come sarà.”

Alla prossima settimana!


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