Skype: Microsoft nel mirino del fisco europeo

Creato il 12 dicembre 2014 da Antoniopechiar @antoniopechiar

Skype: Microsoft nel mirino del fisco europeo



Anche Microsoft finisce nell’occhio del ciclone di Bruxelles: accordi ad hoc con aliquote troppo vantaggiose per Skype con il Gran Ducato del Lussemburgo.

Dopo Apple, Amazon e Google, anche Microsoft finisce nell’occhio del ciclone di Bruxelles, in particolare per avere sfruttato con Skype le maglie larghe della tassazione del Lussemburgo, ottenendo accordi ad hoc con aliquote troppo vantaggiose. L’inchiesta sugli accordi fiscali riguarda centinaia di grandi multinazionali e tra i nuovi nomi spiccano la già citata Skype, ma anche Walt Disney, Telecom Italia e Koch Industries: tutte avrebbero sottoscritto accordi con il Granducato tra il 2003 e il 2011, mosse simili a quelle fatte da Apple, Amazon, Google, Ikea, Pepsi, Heinz, Verizon e AIG, sospettate di operare in alcuni paesi per via della tassazione compiacente.

L’obiettivo di tutte era ovviamente ridurre al minimo l’imposizione fiscale, impedendo la riscossione di miliardi di euro. Un sistema noto come “tax ruling” permette a una società di chiedere a un paese in che modo trattare la propria situazione fiscale ottimizzando le imposte; ottenuta la risposta, le aziende scelgono dove prendere la residenza fiscale o dove completare determinate operazioni.

Un documento della Commissione Ue accorpa le pratiche delle aziende citate e altre ancora, mettendo al centro il Lussemburgo e le maglie larghe della sua tassazione. Il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, ha annunciato il varo di una direttiva europea sullo scambio di informazione in materia di “tax ruling”, ribadendo di non aver intenzione di dimettersi. Richieste in tal senso erano state presentate dopo lo scoppio dello scandalo noto come “Luxleaks”: da premier del Lussemburgo Juncker aveva siglato accordi con centinaia di multinazionali garantendo esenzioni fiscali o minori imposizioni.

Via | Macitynet


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