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Slevin-Patto Criminale: decori anni '70 ed eclettismo anni '30.

Creato il 19 agosto 2010 da Habitatdecor

New York.

Città ideale per ambientare uno dei migliori gangster-movie degli ultimi anni.
Diretto nel 2006 da Paul McGuigan, Lucky Number Slevin è un film coinvolgente e surreale, l'incredibile storia di una vendetta a lungo premeditata, ma raccontata in modo ironico ed enigmatico con un susseguirsi di scene fumettistiche, riferimenti tarantiniani, flash back sfumati e situazioni al limite dell'assurdo tanto da coinvolgere lo spettatore fino alla rivelazione finale inaspettata.
Un'incredibile favola noir, per certi versi romantica e giocosa, stilisticamente elegante, con una fortissima attenzione ai dettagli: la destrutturazione narrativa spaziante ed enigmatica, la caratterizzazione dei personaggi politicamente scorretti e ironicamente grotteschi, le ambientazioni oniriche, quasi a voler volutamente rendere la storia adatta ad ogni luogo e ad ogni tempo.
La stessa attenzione ai dettagli la ritroviamo nelle scenografie di François Seguin che sembrano interpretare perfettamente la dualità di generi caratterizzante il film: l'ironia e lo scherzo della commedia insieme alla violenza e la tensione del thriller.
Due, le locations principali: gli appartamenti del protagonista e della "ragazza della porta accanto" all'interno di un classico palazzo newyorkese di inizio secolo adornato dalle immancabili scale antincendio in facciata; gli attici dei due boss malavitosi situati in due grattacieli gemelli dalla caratteristica architettura modello "ziggurat" degli anni'30 con mattoni faccia vista.
Il risultato è il trionfo della decorazione e dell'uso del colore.
L'appartamento dell'"ignaro" protagonista Slevin è dominato dal nero lucido: il corridoio total black illuminato da faretti alogeni a vista su monolitici supporti lignei; il pavimento in legno verniciato; gli stipiti delle porte; la cucina in stile nautico con pomelli in ottone; fino all'incredibile carta da parati della camera da letto caratterizzata da grossi scacchi neri e specchiati, l'alcova del vero single anni'70.
Slevin-Patto Criminale: decori anni '70 ed eclettismo anni '30.
Quello che salta più agli occhi è però l'incredibile accostamento della "toile de jouy" color carta da zucchero del disimpegno con le maioliche portoghesi a grossi ottagoni floreali su fondo nero della cucina adiacente.
Il tutto volutamente stridente con la favolosa carta da parati a fioroni giallo-beige e azzurrino su fondo di foglie verdi della zona soggiorno (un trionfo anni'70) direttamente collegata alla cucina, con il grande divano in pelle nera invecchiata e una quantità di quadri e grosse stampe appoggiate ai muri nell'attesa di essere un giorno appesi.
Slevin-Patto Criminale: decori anni '70 ed eclettismo anni '30.
Le stesse caratteristiche vengono riproposte nell'appartamento della "ragazza della porta accanto" (un'eccezionale Lucy Liu in veste sbarazzina) dove il colore d'entrata è questa volta un accecante rosso vivo.
In questo caso gli accostamenti non sono più stridenti, ma delicati e graduali quasi a delineare al meglio la femminilità della padrona di casa.
Slevin-Patto Criminale: decori anni '70 ed eclettismo anni '30.
Dal rosso acceso dell'entrata e della zona cottura si passa ad un delicato verde acqua-celeste della zona giorno con grandi divani in tessuto azzurro chiaro disseminati di cuscini rossi e marroncini, per passare infine a tutti i toni del marrone nella camera da letto direttamente collegata.
I decori delle tappezzerie sono ancora i grandi fiori anni'70 e i grossi disegni geometrici sinuosi che rendono i due appartamenti surreali e giocosi proprio come la storia che in essi si svolge.
Slevin-Patto Criminale: decori anni '70 ed eclettismo anni '30.
Merita una piccola citazione l'appartamento della ex-fidanzata del protagonista descritto in uno dei suoi flash back: un tripudio di bianco e nero, negli arredi, nell'oggettistica, nei tessuti, nelle tappezzerie: righe orizzontali e verticali accostate a decorazioni geometriche e floreali baroccheggianti al limite della sopportazione visiva ad evidenziare in maniera volutamente esagerata l'atmosfera surreale del racconto.
Slevin-Patto Criminale: decori anni '70 ed eclettismo anni '30.
Totalmente differenti da questa decorazione fantasiosa, si presentano invece i due attici dei cattivissimi boss.
La scena si svolge quasi esclusivamente nello studio: il luogo principe della gestione degli affari, anche quelli "sporchi".
Slevin-Patto Criminale: decori anni '70 ed eclettismo anni '30.
Nei due casi, quello che appare è eleganza e lusso smisurati, ma non ostentati in maniera volgare: il mogano e il marmo bianco e nero per lo studio del "Boss"; l'ottone e il plexiglass per lo studio del "Rabbino" con richiami wrightiani negli arredi e nelle geometrie metalliche.
Slevin-Patto Criminale: decori anni '70 ed eclettismo anni '30.
Curioso è inoltre l'utilizzo di pareti vetrate in entrambi gli studi a definire i diversi ambienti: nel primo caso pareti a grossi scacchi in vetro smerigliato nei colori ambra e arancio ad accordarsi perfettamente al mogano delle pareti intarsiate e dei mobili; nel secondo caso pareti vetrate a decoro geometrico giallo paglierino, blu e mattone quasi a ricordare meravigliose vetrate di una chiesa contemporanea (non a caso il secondo boss è un vero e proprio rabbino).
Slevin-Patto Criminale: decori anni '70 ed eclettismo anni '30.
Slevin-Patto Criminale: decori anni '70 ed eclettismo anni '30.
Due ambientazioni, due stili differenti, due generi cinematografici: gli anni'70 e la commedia; gli anni'30 e il gangster-movie.

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