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In queste ultime settimane si sente spesso parlare dell’area ex SLOI-CARBOCHIMICA; anche il TG2 ha recentemente portato alla ribalta il problema dei siti inquinati nell’area Trento Nord.
Per chi, come me, ha vissuto quasi 10 anni vicino al sito Sloi (ho lavorato in uno stabilimento adiacente ove ora c’è un magazzino all’ingrosso e lì abitavo pure), con moglie e due bambini, parlare di queste zone risveglia ricordi di paure e timori davvero ben compresi solo in questi ultimi anni, poiché all’epoca, ignari di tutto, vivevamo nella zona senza sapere nemmeno i rischi a cui eravamo così vicini. I miei figli giocavano nei piazzali confinanti l’attuale recinzione, o quel che resta di essa, dello stabilimento SLOI; ora rabbrividisco al pensiero di tali ricordi. Ma tant’è, la mia giovane vita coniugale di allora non prevedeva una conoscenza approfondita della situazione, come oggi; non che, a dire la verità, qualcuno dell’ente pubblico si sia mai preoccupato di informarmi o di informare la popolazione in generale. Ecco, su questo punto mi piacerebbe capire perché i cittadini debbano restare sempre all’oscuro di tutto ciò che riguarda l’ambiente, gli inquinamenti delle zone in cui vivono; se informazioni ci sono, esse vengono sempre portate alla luce da comitati di cittadini o da pochissime forze politiche di minoranza, che fanno dell’ambientalismo una ragione di vita. E sono associazioni di cittadini o piccole forze politiche che danno fastidio, molto fastidio ad una politica che è sempre stata cieca e sorda a qualsiasi possibilità di predisporre progetti di sviluppo realmente rispettosi dell’ambiente. La zona di Trento Nord non è esente dal menefreghismo generale di gran parte dei politici che si sono susseguiti alla guida delle nostre istituzioni, cittadine e provinciali. Sono quasi 40 anni che il sito è in giacenza come sta ora, con le sue rogge che contengono inquinanti di elevatissimo pericolo, con i terreni che presentano inquinamento altissimo per decine di metri, in profondità. Avremmo avuto l’occasione diverse volte, quando c’erano soldi in abbondanza, per bonificare almeno le rogge, che sono di competenza provinciale, ma siamo sempre stati presi da mille altri interessi, da prospettive di sviluppo dedite al costruire palazzi maestosi, piuttosto che mirare alla bonifica di acque che mettono a serio rischio le falde acquifere della collettività. Già, perché tali bonifiche non portano voti, portano solo rogne! Rogne dettate dai disagi di lavori che prevedono scavi, rimozioni, drenaggi e ripristini delle rogge note come l’Adigetto, per esempio, che percorre la città attraverso il centro storico e poi lungo viale Sanseverino; rogne, anziché i voti di coloro che, invece, possono sostenerti se dai loro risorse per costruire nuovi quartieri, per esempio; non importa se restano cattedrali nel deserto, importa che hai accontentato amici che poi ti saranno grati e ti ricompenseranno con il consenso! Già, il consenso! Ma ora, che le risorse scarseggiano e che pure la gente sta prendendo coscienza che la bonifica si deve fare, sembra che anche la politica si stia muovendo. Naturalmente, sembra, poiché si dice che la provincia stia preparando un piano, che dovrebbe partire nel 2015, dopo le elezioni, naturalmente! :“Non vorrete mica mettere sottosopra la città durante la campagna elettorale?” mi disse un nostro politico famoso, qualche mese fa! Perché si crede che la gente trentina sia talmente sprovveduta da non accettare qualche disagio a fronte della certezza di mettere in sicurezza l’ambiente in cui vive? Ecco, quando la politica fa questi ragionamenti, perde in partenza. E la gente si allontana dalle urne. Chissà se la bonifica partirà realmente, vedremo per quanto riguarda le rogge; per i terreni il discorso è un pochino più complesso, poiché di proprietà di privati; e, in questo momento di crisi edilizia, a nessuno viene in mente di sfruttare quei terreni; prima di dare il benestare per ulteriori lotti edificabili, comunque, il comune di Trento, deve prestare attenzione a che la zona venga bonificata per intero e non a singoli lotti, come qualche speculatore edilizio aveva paventato e richiesto. Anche questa partita sarà gestita dopo le prossime elezioni comunali. Sperando che chi siederà in consiglio comunale e in giunta possa guidare con sapienza e, soprattutto, nell’interesse del bene comune, la partita urbanistica della città. Una partita tutta da rivedere, tutta da riprogettare; non certo con il pressapochismo di questi ultimi anni. La speranza è che i cittadini, quei pochi che voteranno purtroppo, abbiano la coscienza di andare a votare leggendo i programmi di partiti e candidati e scelgano davvero persone all’altezza; ovviamente se anche i partiti sapranno garantire un ricambio all’altezza, che sia generazionale, ma anche qualitativo. E, su questo, ci giochiamo davvero la credibilità politica di poter governare la città di Trento.
È necessario cambiare metodo di fare politica; ma, temo davvero di essere un povero illuso, visto che spesso mi sento tacciare di ambientalismo idealista. Ma non può essere solo idealismo voler progettare una città che sia rispettosa dell’ambiente, che miri a dare risposte ai problemi di sicurezza, di vivibilità urbana a 360 gradi per tutti i cittadini. Ebbene, mi tengo le mie illusioni e spero che, in futuro, Trento possa davvero avere persone in grado di dare seguito a progetti sostenibili davvero. La speranza non deve mai morire, ma deve alimentare tutti per ricercare le vie migliori per il bene comune. Cominciando a valorizzare il territorio in cui viviamo, magari proprio ridando valore a quei luoghi, come l’area di Trento Nord, che ora sono un’onta per il nostro Trentino autonomista. Situazioni che minano il valore stesso della nostra autonomia, se sfruttate dai nostri detrattori a livello nazionale. Sta a noi dimostrare che l’autonomia ce la meritiamo, progettando un futuro diverso dalla mediocrità e dalla solita routine. Difficile, ma dobbiamo crederci e provarci.
Marco Ianes – Trento
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