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SLOVACCHIA: Anche Bratislava equipara comunismo e nazismo

Creato il 27 luglio 2011 da Eastjournal @EaSTJournal

di Matteo Zola

SLOVACCHIA: Anche Bratislava equipara comunismo e nazismo

Nazicomunisti russi, la sintesi degli estremi

Qualcuno in Europa occidentale storcerà il naso, ma dopo Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, anche la Slovacchia equipara dal punto di vista giuridico e penale il comunimo e il nazismo. Un’equiparazione che punisce quindi i crimini commessi dal comunismo durante i cinquant’anni di regime, e persegue l’apologia. Nell’atto pratico è possibile che la bandiera rossa con falce e martello venga proibita, in Polonia è già così, esattamente come la croce uncinata.

La Slovacchia ha approvato la legge il 2 luglio scorso, e certo il governo guidato dalla Radicova non si può definire “ultranazionalista”. La legge, in cantiere da tempo, era stata affossata nei primi anni Duemila dai partiti di sinistra e ha trovato – dopo la fine del governo Fico – nuova possibilità di approvazione grazie al partito cristiano-democratico. L’approvazione della legge, in Slovacchia come nei Paesi che l’hanno preceduta, corrisponde a un’elaborazione del proprio passato, dei cinquant’anni di terrore, delazione, persecuzione, che i regimi comunisti hanno rappresentato in Europa orientale. L’equiparazione è dunque un passo in avanti: facendo i conti col passato è possibile costruire il futuro. E per comprendere la forza di annichilimento del comunismo esteuropeo è sufficiente leggere qualche pagina di Jan Zabrana, di Zbigniew Herbert, o ricordarsi dell’insurrezione di Budapest, della rivolta di Praga, dell’eccidio di Katyn.


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