Per quanto riguarda l'esito della crisi politica slovena continua ad essere un grande punto interrogativo se questa crisi alla fine dovra' concludersi con le elezioni anticipate. Prima della riunione con il presidente Pahor, il premier Janša ha detto che il suo partito ancora tre mesi fa aveva proposto il modo per uscire dai blocchi politici come questo e che la proposta include anche delle modifiche costituzionali nonche' la possibilita' delle elezioni anticipate. Si tratta della proposta secondo la quale il neoeletto parlamento confermerebbe il presidente del governo e il nuovo governo in una sola fase che, secondo Janša, significherebbe che il nuovo esecutivo potrebbe essere formato nell'arco di alcune settimane e in tal modo si eviterebbe una fase vuota. Secondo l'attuale Costituzione, dopo le elezioni, il Parlamento prima vota sulla candidatura del nuovo premier il quale poi nel caso della sua conferma sceglie i partiti con i quali entrerebbe in coalizione ed i candidati a ministro che poi devono essere nuovamente confermati in parlamento. In questo modo i tempi della formazione dell'esecutivo di solito si allungano a due-tre mesi dopo le elezioni. Come esito della riunione dei leader politici sloveni con il presidente Pahor vi e' stata anche una dichiarazione congiunta secondo la quale tutti si asterrebbero d'ora in poi da ogni aspra retorica politica e si impegnano quindi per il rispetto internazionale e per la cultura politica.
Intanto i due premier, lo sloveno Janez Janša e quello croato Zoran Milanović hanno concordato il loro incontro per il prossimo 10 marzo quando dovrebbero parlare sulla questione contestata della Ljubljanska banka. Fino a questo incontro, i rappresentanti dei due governi dovrebbero elaborare e concordare la proposta dell'accordo sulla questione. All'incontro dei due premier si dovrebbero valutare anche i pregi e le possibilita' che il vicino ingresso della Croazia nell'Ue dovrebbe portare alla collaborazione economica e di confine tra i due paesi. Un elemento nuovo ma comprensibile, vista la situazione interna slovena in cui i partner di coalizione stanno lasciando l'esecutivo ed il premier, e' che Janša ha ritirato dai futuri colloqui il ministro degli esteri Karl Erjavec. Il capo della diplomazia slovena verra' sostituito dal segretario di stato nell'Ufficio del premier, l'ambasciatore Tone Kajzer. L'interpretazione e' che Erjavec, cosi' anche un comunicato, con le sue apparizioni esagerate in pubblico, collegate con l'uscita del suo partito dal governo, potrebbe mettere a repentaglio la credibilita' dei negoziati sulla questione della Ljubljanska banka. La decisione del premier Janša ad allontanare Erjavec dai negoziati nonostante lui sia nominalmente ancora ministro degli esteri sloveno, e' stato accolto in Slovenia con diversi commenti. Cosi' l'ex diplomatico sloveno Peter Toš ha detto che questa decisione e' stata inaspettata e che non capisce il castigo ad Erjavec inflittogli da parte del premier anche se Erjavec aveva, secondo Toš, condotto bene i negoziati sulla Ljubljanska banka insistendo che si tratti di una parte della secessione dell'ex Jugoslavia. Il quotidiano di Maribor Večer in un commento ha affermato invece che la mossa di Janša non e' stata inaspettata e che accordando la riunione con il premier croato Zoran Milanović, Janša si inserisce nella soluzione della disputa che Erjavec con la sua collega croata, Vesna Pusić ha gia' avviato quasi verso una conclusione felice. E' problematico, pero', prosegue il giornale di Maribor, che Janša ha concordato l'incontro con Milanović solo per il prossimo 10 marzo che significa perdere tempo prezioso vista l'urgenza della soluzione del problema che blocca l'ingresso croato nell'Ue. Questo fatto pero', secondo un commento del giornalista sloveno Dejan Steibuch del giornale Finance (e si tratta dell'editorialista del portale sloveno Telekomvicino al governo) potrebbe essere un tenativo di guadagnare tempo per consolidare e rafforzare la posizione negoziale slovena. Steinbuch afferma che la Slovenia nell'Ue ha poco peso per poter frenare da sola l'adesione della Croazia all'Ue. Ma questo potrebbe accadere, conclude il giornalista, se l'ultimo rapporto sul monitoring, vale a dire sulla prontezza della Croazia all'adesione non sara' positivo o se questa sarebbe la conclusione di qualche grande stato membro dell'Unione.
[*] Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sudest andata in onda oggi a Radio Radicale.