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Slow Up-rising by Ja Studio

Creato il 02 giugno 2011 da Ippaso

Ecco un articolo particolare trovato in rete. Dei progettisti Canadesi han partecipato ad un progetto per un concorso di idee per ripensare in modo ecologico e solare un tratto eco-mostruoso e fallimentare della Salerno ReggioCalabria. La loro idea è folle e credo impraticabile, ma mi ha colpito  perché tenta di dar risposta ad alcune difficili questioni. Buona lettura.

Ecco l’affascinante novità “Slow Up-rising” dell’azienda canadese Ja Studio per il Solar South Park, il concorso internazionale di idee in Calabria, Italia. Il bando di concorso richiedeva una ‘Autostrada Solare’ attraverso il riutilizzo del tratto autostradale della Salerno-Reggio Calabria tra Scilla e Bagnara, che deve essere dismesso dall’Autorità Italiana per le Autostrade. Come dice Behnaz Assadi, partner di Ja Studio: “La nostra proposta non ha seguito i requisiti chiesti nel bando di concorso, comunque l’abbiamo inviata per l’esame della giuria e la pubblicazione, dal momento che abbiamo pensato che potesse fornire una diversa prospettiva sulla storia dell’autostrada dismessa”. Ci piace.

Slow Up-rising by Ja Studio

Il progetto "Slow-Up Rising"

Descrizione del progetto:
Le infrastrutture moderne sono giganti. Facilitano il collegamento tra i grandi nodi urbani e consentono alle città di espandersi. Esse sono progettate a favore del grande e la loro esistenza segna la scomparsa del piccolo. Si attraversano le valli profonde, si bypassano le strade difficili e si tagliano le vette: tutto ciò fa svanire il piccolo, che resta lontano e trova difficoltà a raggiungere i nodi e le comunità.

Slow Up-rising by Ja Studio

L'attuale condizione del tratto autostradale.

Il progetto nasce nel momento critico nel quale appare all’orizzonte la scomparsa di uno di questi giganti. Una strada sta per essere disattivata, e una nuova autostrada sta per creare una connessione ancora più veloce al suo posto. La nostra proposta è una delicata piattaforma di rampa, che collega la parte superiore dell’autostrada da by-passare al fondo della valle. Questa piattaforma di collegamento consentirebbe la nascita nel tempo di una nuova forma di vita. Il corpo mono-funzionale che una volta gettava ombra sul suo ambiente circostante ora comincerebbe a essere popolato con la vita e nel tempo si trasformerebbe in un mix unico di habitat e di infrastrutture. La graduale ricomparsa del piccolo salvaguarderebbe il grande e contemporaneamente introdurrebbe nuove possibilità di coesistenza dei due.

La proposta non è un parco solare che generi energia per un altro metodo veloce di fare il pendolare, è un eco-parco, e non perché produca altra energia: perché mette in discussione l’idea stessa di velocità di collegamento by-passando le connessioni. La proposta è fondamentalmente scettica riguardo le pulite, veloci e avanzate soluzioni di ingegneria e mette in gioco il territorio proprio nel luogo nel quale una di queste soluzioni ingegneristiche ha fallito. Il progetto proposto non trova un compromesso tra il lento al veloce o tra il veloce e il molto veloce, non si tratta di un compromesso. E ‘un progetto che abbraccia la vita con tutto il suo peso, la sporcizia e l’inefficacia.



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