Educare alla sessualità dovrebbe significare, sempre e non in secondo luogo, anche educare all’affettività.
Spiegare ai ragazzi e ai bambini tutto ciò che è necessario sapere, con un linguaggio appropriato e corretto, senza inutili imbarazzi o tabù, inquadrando il discorso in una cornice che sottolinei l’idea di una dimensione amorosa, gioiosa e di valore legata alla sfera del sesso e a tutto ciò che vi gravita intorno.
In un buon equilibrio, senza sconfinare in qualcosa di troppo solenne né in qualcos’altro di estremamente tecnico, senza appesantire troppo né alleggerire all’estremo, ricordando ai ragazzi che la sessualità riguarda la natura – e in questo senso è inevitabile e necessaria – ma, allo stesso tempo, concerne le scelte, l’amore, il piacere, il rapporto con se stessi e con gli altri, e quindi appartiene alla propria sensibilità, al proprio libero arbitrio e all’universo dei propri valori.
Per una materia così complessa, che va a toccare tanti aspetti della crescita – da quelli legati alla curiosità (Come nasce un bambino? Come sono fatti gli organi genitali?) a quelli che si attengono ai dubbi, alle insicurezze, ai desideri (Perché mi accade questo? Sarò capace di…?) – non è indubbiamente facile comporre un manuale esaustivo.
Potremmo qui entrare nel merito del perché realizzare testi di educazione sessuale e la risposta dovrebbe per forza di cose andare a scontrarsi con un’inadeguatezza di famiglia e scuola nel farsi carico correttamente e profondamente di una sfera così importante della crescita. Ma non è sicuramente questa la sede per una tale dissertazione e quindi, per come la vedo io, mi piace pensare che un buon manuale di educazione sessuale sia uno spunto, un canovaccio di merito ma anche di metodo ,che il bambino o l’adolescente possa affrontare supportato dagli adulti di riferimento perché poi a loro – e non alle pagine – possa rivolgere le proprie personali domande e trovare le risposte fatte su misura per lui.
In tal senso mi piace esaminare le pubblicazioni sul tema ed ho apprezzato, per impostazione, chiarezza e idea di base, “Smack! Smack! Smack!” di Delphine Godard e Natalie Weil, edito da Editoriale Scienza.
Innanzitutto mi è piaciuto il titolo: esattamente in linea con un approccio affettivo, positivo e felice! Che non scoraggia né intimidisce.
Il suono onomatopeico del bacio suscita allegria e fa pensare ad uno scambio armonico e amoroso, perfino un poco giocoso.
I colori poi, vivaci, le alette da sollevare, le immagini buffe, le scritte mosse, alcune trovate spiritose…tutto contribuisce a creare un oggetto dinamico e attrattivo, interattivo e brioso.
Seppure con poche frasi e parole, tanti temi sono toccati, sia quelli legati prettamente alla sfera fisica sia quelli che vanno a legarsi all’emotività.
C’è spazio, ad esempio, per spiegare che il proprio corpo è proprietà privata e che nessuno ha il diritto di usarlo contro il volere del legittimo proprietario, c’è un accenno al fatto che ciascuno sceglie il proprio oggetto d’amore, che sia dell’altro o del proprio sesso, e questo non può essere motivo di discriminazione, c’è l’attenzione di nominare il desiderio, il piacere e tutto ciò che rende l’atto sessuale uno scambio libero e felice.
E c’è – molto apprezzato che sia proprio ad inizio libro – l’intento di sfatare i luoghi comuni sul maschile e sul femminile, i quali spesso sono responsabili, tra le altre cose, anche di una scorretta educazione alla sessualità e all’affettività ribadendo e perpetrando ruoli statici sbagliati e dannosi.
Tra le varie flap divertenti da sollevare anche tante informazioni e curiosità, alcune buffe, come quelle legate alla riproduzione nel mondo animale, altre precise e scientifiche. E alcune perfino un poco irriverenti, come una bella carrellata sui tanti modi che nel linguaggio corrente si usano per nominare le parti intime maschili e femminile.
Nonostante l’albo sia indubbiamente intelligente, attento, chiaro, efficace ed attrattivo, avrei due piccoli appunti da rivolgere ad esso. Sottigliezze che non inficiano il valore dell’opera ma che, a mio parere, parlano di un’impostazione alla quale l’adulto non riesce proprio a rinunciare quando approccia all’educazione sessuale, anche se animato dallo spirito più libero, rispettoso e corretto.La prima riguarda il fatto che tra i primissimi argomenti cui dedicare un capitolo si sia scelto quello attinente la difesa da eventuali pedofili. Ora, questo è sicuramente un aspetto importante sul quale educare i ragazzi, ma mi chiedo se l’urgenza di affrontarlo tra i prioritari non sia dovuta, più che ad una effettiva centralità, ad un’ ansia insopprimibile di noi adulti che, tanto per non perdere l’abitudine, quando si parla di sesso relativamente ai nostri figli lasciamo accendere subito la lampadina del pericolo.
La seconda concerne invece la scelta di dedicare addirittura un capitolo all’argomento dell’imbarazzo. Come sopra, l’imbarazzo nel parlare di sesso con i bambini e i ragazzi è un problema tutto dei grandi. Da un lato è molto giusto – e in questo il libro è apprezzabile – spiegare ai ragazzi che il tabù non è legato all’argomento in sé ma ad una questione storico, culturale e sociale. Parimenti però focalizzare tanto sull’imbarazzo, mentre si cerca di sradicarlo, di fatto finisce un poco per legittimarlo.
Gustose le illustrazioni. Vivaci e realizzate con humor e fantasia, si integrano col testo e con le flap in maniera funzionale e divertente per rendere l’esposizione fluida e frizzante. Tra matrioske, particolari di quadri, statue classiche e buffi personaggi, disegni anatomici semplici ma chiari a svelare tutto ciò che è necessario per avere le idee abbastanza limpide, o perlomeno ben indirizzate.
(età consigliata: dai nove anni)
Se il libro ti piace, compralo qui: Smack! Smack! Smack!