Tra dieci anni, sarai in smart working anche tu. C'è poco da essere sorpresi. In tempi di rivoluzioni ed evoluzioni continue nel mondo del lavoro, nessuna come lo smart working può impattare così tanto sulle nostre vite. Stai pensando al telelavoro? Sbagliato. Il telelavoro sta allo smart working come il telefono a rotella sta allo smartphone. Riassumo in breve: lo smart working è la modalità di lavoro agile con cui è il dipendente ad accordarsi con il datore per pianificare se e quando lavorare da casa o sul posto di lavoro a seconda delle sue necessità.
Con lo smart working cambia tutto: il concetto di orario di lavoro, il concetto di stipendio ed il concetto di spazio di lavoro. Alcune cose, però, non cambieranno mai, ad esempio la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Tra poco vedremo cosa vogliono dire in parole essenziali queste innovazioni.
Retribuzione olistica
La "paga" cambierà. L'orario di lavoro non sarà più l'unico parametro per retribuire il lavoratore. E come potrebbe? Se dovessi puntare sul metodo che utilizzeranno le aziende di domani, direi che si affideranno al "Total Reward System" (TR System). Con questo sistema (che puoi approfondire qui), ogni aspetto lavorativo e retributivo viene preso in considerazione: le risorse umane vengono ricompensate e incentivate a perseguire gli obiettivi aziendali. Sono cinque gli elementi del TR System:
- retribuzione: fissa o variabile che sia;
- benefit: piani di welfare aziendale che incidono "in natura" sugli introiti del lavoratore;
- conciliazione vita-lavoro: programmi per il work-life balance, l'equilibrio tra vita dentro e fuori l'azienda;
- performance recognition: sistemi di presa di coscienza (recognition) dello sforzo (performance) del lavoratore per l'allineamento di questi agli obiettivi dell'azienda;
- carriera&sviluppo: percorsi esperienziali appositamente costruiti per programmare e sostenere la carriera del dipendente.
Non di solo denaro vivrà il lavoratore. La retribuzione sarà su misura: premi, corsi, progetti di carriera, permessi extra, flessibilità di orario, conciliazione vita-lavoro…Sarete tu e il datore di lavoro a scegliere paga e flexible benefit. Se ad inizio carriera ti accontenti di meno soldi in busta, ma vuoi un piano di carriera e dei corsi per il loro sviluppo, puoi. Se invece preferisci mettere casa e dedicare tempo alla famiglia, puoi fare anche quello.
Per dirla in altre parole, se metti insieme smart working, total reward system e flexible benefits, il tuo stipendio sarà un paniere di denaro e servizi che l'azienda metterà a disposizione per te. Come puoi intuire, un'azienda che adotta questi sistemi è un'azienda che non vuole rinunciare alla produttività. Ma nemmeno al benessere dei suoi dipendenti.
Salute, sicurezza, welfare, sostenibilità
Il lavoro deve essere sostenibile. Nella nuova Legge di Stabilità 2016, la salute e la sicurezza del lavoratore in smart working saranno sicuramente presenti. Lo dico senza paura di essere smentito. Si può già dire, ad esempio, che il datore di lavoro sarà tenuto ad alcuni obblighi minimi.
Prima di tutto, obblighi di informazione. Non potendo controllare il luogo dove il dipendente lavora, il datore "smart" lo dovrà almeno mettere al corrente dei rischi legati alla prestazione. Secondo, il datore dovrà fornire mezzi all'avanguardia e costantemente aggiornati per portare a termine i suoi compiti di lavoro a distanza. Terzo, sarà compito del datore assicurarsi periodicamente delle condizioni di lavoro, non solo a distanza, ma anche incontrando il dipendente con cadenza prefissata.
Già oggi ogni lavoratore deve contribuire e cooperare attivamente a prevenire i rischi e tutelare la propria salute durante l'attività di lavoro. Tieni in considerazione questo principio generale, Questo vuol dire che, smart working o no, nessun dipendente può aspettare che faccia tutto il datore. A maggior ragione, con lo smart working bisognerà fare un salto avanti di responsabilità verso se stessi, visto che bene o male non ci sarà qualcuno a fare opera di vigilanza.
Tutto in rete, tutto condiviso
Detto questo, è il momento di azzardare qualche previsione sul futuro. L'associazione ADAPT sta organizzando un dibattito per discutere se l'orario di lavoro si possa ancora salvare o sarà qualcosa da mettere in soffitta. Tutte le informazioni a questo link. Vorrei invece fermarmi a pensare a cosa può rendere sostenibile il sistema visto sopra. Ricapitoliamo: spazi e tempi di lavoro flessibili, retribuzione olistica, flexible benefit, welfare garantito. Ecco, il welfare. Garantito da chi? La risposta, secondo me, c'è già. Le reti di professionisti del welfare della persona diventeranno cooperative, che a loro volta saranno nodi di una rete per il sostegno della persona nel mondo del lavoro. Servizi per il lavoro integrato daranno supporto per la scelta di piani welfare, piani retributivi e piani di gestione del tempo lavoro.
Prevedo due modi – ma se sbaglio, perdonami.
a) l'azienda comprerà dalle reti per il welfare convenzionate dei pacchetti di servizi che metterà a disposizione del lavoratore. Per fare qualche esempio potrebbero essere: assistenza sanitaria, assistenza familiare (bambini, anziani, disabili…), assistenza alla carriera o alla ricollocazione professionale (combinando apprendistato senza limiti di età e somministrazione di lavoro forse questo si potrebbe già fare);
b) in alternativa o in parallelo, i servizi che ho elencato sopra potranno essere "comprati" dagli enti pubblici (stato o regioni) per essere erogati gratuitamente alla popolazione, retribuendo l'agenzia per il lavoro a risultato – come ora avviene, ad esempio, con il Sistema Dote della Regione Lombardia.
Insomma, un periodo di fermenti come non si era mai visto. Tutte opportunità di cui saremo protagonisti e che, se vinceremo le prossime sfide, ci traghetteranno verso un sistema sociale tutto da scoprire.
Simone Caroli