Gli “Smartbox”, i cofanetti regalo che permettono di regalare ad amici o parenti, una cena speciale, un week-end di charme, o un pomeriggio alle terme, sono finiti nel mirino della Guardia di Finanza.
Come riportato, nei giorni scorsi, dai principali quotidiani nazionali, la filiale “Smartbox®” italiana (controllata dall’irlandese “Smartbox®” Experience Ltd), si sarebbe comportata in modo scorretto (o meglio, in modo illegale) escogitando un meccanismo per evadere il Fisco.
Da quanto emerso dalle indagini, la “Smartbox®” tricolore non si sarebbe limitata a fornire servizi preparatori o ausiliari (lasciando il core business dell’attività alla sede centrale d’Oltremanica), ma avrebbe partecipato, in modo abituale e ripetuto, non solo alla negoziazione, ma anche alla conclusione, di negozi giuridici altamente vincolanti per la società estera.
In parole povere, la filiale italiana, avrebbe agito in maniera assolutamente autonoma, discutendo i termini dei contratti, gestendo la corrispondenza (sia telematica che telefonica), e siglando accordi. Insomma, pur non essendo abilitata a farlo, si sarebbe comportata come una una qualsiasi impresa a caccia di profitti.
Profitti, che a voler essere pignoli, contano diversi zeri: “Smartbox®”, infatti, vanta più di 4000 punti vendita in tutta la Penisola (i famosi cofanetti, infatti, sono venduti non solo nelle agenzie di viaggio, ma nei supermercati a marchio Auchan ed Esselunga, alla Mondadori e alla Feltrinelli).
Lo zelo e l’intraprendenza degli gestori italiani si smorzano solo quando arriva l’ora di pagare le tasse. Nel momento in cui vengono chiamati a regolare i propri conti con il Fisco, infatti, rivendicano il loro forte legame con Dublino ed effettuano i loro versamenti presso gli uffici delle entrate irlandesi. Inutile precisare che, rispetto all’Italia, la pressione fiscale è decisamente più bassa.
Sulla faccenda han voluto far chiarezza le “Fiamme Gialle”. Così dopo mesi di indagini e controlli a tappeto nelle sedi di Roma e Milano, sono “saltati fuori” ben 110 milioni di redditi non dichiarati (tra il 2009 ed il 2013) a cui si aggiungono circa 12 milioni di Iva mai versata.
Per gli uomini della Finanza il quadro è più che chiaro: maxi-evasione, mascherata da quelli che gli addetti ai lavori chiamano la “stabile organizzazione occulta”.
Insomma, “Smartbox®” ha messo in scena il solito nascondino con l’Erario che gli italiani non possono, e non vogliono più accettare.

Il nobile obiettivo è quello di raccogliere 100.000 firme.
Si vuole chiedere, innanzitutto, che l’Agenzia delle Entrate intervenga nella vicenda “Smartbox®” e provveda a sanzionare adeguatamente la società in modo da poter:
“a) restituire questi soldi agli italiani;
b) reprimere e punire società che portano avanti azioni eventualmente illegali;
c) abbassare le tasse una volta recuperati i soldi;
d) renderci fieri di essere italiani”
Va sottolineato che il valore del debito è stato calcolato per difetto, in quanto non è stato possibile ” trovare il dettaglio di tutti i fatturati della compagnia”. Ciò significa che la “Smartbox®” potrebbe aver gabbato il Fisco (e tutti i contribuenti onesti) per una cifra molto più consistente.
L’Agenzia delle Entrate deve fare chiarezza sul caso “Smartbox®”: non può, ancora una volta, far finta di niente! i soliti furbetti non possono sempre farla franca. E, il Governo italiano, non può continuare a mettere le mani nel portafoglio degli italiani, lasciando impuniti i grandi evasori.
Quella dell’evasione è una delle più grandi, e dolorose, piaghe del nostro Paese. Per avere un’idea dell’entità di questo fenomeno basti pensare che, annualmente, più di 180 miliardi di euro vengono sottratti alla collettività.
Se, almeno in parte, si potessero recuperare questi soldi si potrebbe abbassare, sensibilmente, la pressione fiscale.
Una pressione fiscale che, ora come mai, sembra stritolare solo i cittadini onesti e le piccole e medie imprese che , nonostante tutto, credono ancora in quest’Italia.
Se anche tu sei stanco di pagare sempre più tasse mentre le grandi imprese evadono, ogni giorno, per milioni di euro, non puoi non firmare questa petizione. Per farlo, visita la pagina di Activism





