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Smartphone: l’evoluzione è ancora possibile? - Speciale

Creato il 08 marzo 2016 da Lightman

Le innovazioni nel settore degli smartphone sono sempre di meno, mentre l'aumento della capacità di calcolo non sembra portare rivoluzioni nell'utilizzo quotidiano, per una stagnazione difficilmente risolvibile nell'immediato.

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Alessio Ferraiuolo è cresciuto a pane, cinema e videogame. Scopre in giovane età la sua passione per la tecnologia, che lo porta a divorare tutto quello che il mercato ha da offrire, dall'hardware per PC agli smartphone, senza mai sentirsi sazio. Nel tempo libero adora suonare la chitarra, andare in palestra e guardare tonnellate di film e serie TV. Lo trovate su Google+ e su Facebook.

Il 2016 è iniziato con il lancio di due importanti prodotti nel settore degli smartphone, Samsung Galaxy S7 e LG G5. A breve arriverà anche il nuovo top di gamma di HTC, un prodotto che dai rumor usciti fino a questo momento si preannuncia ottimo sotto tutti i punti di vista. Abbiamo poi la nuova serie X di Sony, con Xperia X Performance, che presenta qualche peculiarità in meno ma rimane sempre molto appetibile sul fronte hardware. Se si escludono le caratteristiche modulari del G5 però, osservando le schede tecniche di questi terminali ci si accorge che tutti questi device si somigliano molto, differenze estetiche e software a parte. Stessa cosa si può dire per terminali come Xiaomi Mi 5 e gli altri dispositivi annunciati in Asia, che non vedremo direttamente in Europa, e per altri smartphone ancora da annunciare che saranno presentati nella prima metà dell'anno.
Dove sono finite le novità? Siamo arrivati davvero a un punto morto con l'evoluzione degli smartphone? Difficile trarre delle conclusioni oggettive, ma la cosa certa è che l'intero settore avrà bisogno di una scossa per crescere ai ritmi sostenuti finora, scossa che non sembra però essere dietro l'angolo.

Difficile da migliorare

Smartphone: l’evoluzione è ancora possibile? - Speciale

Negli ultimi anni le dinamiche del mercato degli smartphone si sono fossilizzate sull'aumento delle prestazioni e in generale delle caratteristiche hardware. Questo ha permesso di raggiungere risultati di eccellenza in ogni campo, dagli schermi alle fotocamere, passando per le prestazioni nude e crude. Pensiamo ad esempio al passaggio agli schermi Full HD, che hanno permesso un netto miglioramento nella qualità delle immagini visualizzate sui display dei cellulari. Già a quel punto la definizione era tale da non permettere più la distinzione dei singoli pixel, se si escludono i phablet, i cui schermi di dimensioni maggiori hanno giustificato, ma solo in parte, l'arrivo di pannelli QHD. Difficile però che il 4K faccia segnare un ulteriore balzo in avanti, visto che i miglioramenti sarebbero davvero impossibili da notare, se si esclude l'utilizzo in coppia con un visore virtuale. Basti pensare che l'unico smartphone attualmente disponibile con questa caratteristica, il Sony Xperia Z5 Premium, sfrutta il 4K solo in una minima parte del sistema operativo, grazie all'upscaling però. Vogliamo parlare dei processori? I benchmark e i primi dati sullo Snapdragon 820 promettono davvero bene, ma già ora sono in commercio CPU che, se ben ottimizzate, riescono ad offrire un'ottima esperienza d'uso, da Android ad iOS, passando per Windows Phone. La riprova è la presenza di terminali di fascia media sempre più competitivi sotto questo aspetto, in grado di offrire un'esperienza reattiva e fluida in ogni campo. Il problema però non è solo dei terminali del robottino verde, ma riguarda l'intero settore, Apple compresa. Cambiano le dinamiche di mercato e il livello di concorrenza, ma il bisogno di innovazione rimane tale e quale. Tornando per un attimo alla potenza di calcolo dei moderni smartphone, a giustificare il bisogno di maggiore forza bruta potrebbe essere la realtà virtuale, vero leitmotiv di questo 2016 tecnologico, ma la situazione è molto diversa rispetto al mondo PC. Oculus e HTC hanno già diffuso i requisiti per accedere ai mondi virtuali attraverso Rift e Vive, requisiti che tagliano fuori la maggior parte dell'utenza. Nel caso degli smartphone però non è impossibile prevedere un'ottimizzazione verso il basso delle richieste hardware, come avviene anche per le app comuni, con una conseguente diminuzione della qualità grafica e un minor sfruttamento delle potenzialità dei SoC di nuova generazione. Del resto, è difficile rendere compatibile un contenuto virtuale per uno smartphone di fascia alta e uno di fascia media senza perdere qualcosa in termini di qualità, e vista la base installata, composta da un enorme numero di dispositivi mid-range, chi creerà i contenuti difficilmente si lascerà scappare questa grossa fetta del mercato, pena la perdita di introiti derivanti dalla pubblicità e degli acquisti in-app. La stessa cosa si può dire anche per le app più comuni: tutti gli ecosistemi attuali, iOS, Android e Windows Phone, devono fare i conti con la presenza sul mercato di device con qualche anno sulle spalle, che non possono competere in termini di prestazioni con quelli attuali ma devono comunque essere supportati, almeno in parte, dai giochi e dalle app più moderne.

Innovare non è impossibile

Smartphone: l’evoluzione è ancora possibile? - Speciale

Appurato che la situazione attuale è piuttosto stagnante, resta il fatto che il mondo dell'industria tecnologica non rimarrà a guardare. Continuare sulla strada dell'aumento delle performance fini a se stesse non è consigliabile, ecco perché in futuro dei cambiamenti saranno necessari. Uno di questi potrebbe essere legato alle tecnologie indossabili e agli schermi flessibili. Questi due elementi potrebbero non solo portare delle reali innovazioni nel settore ma potrebbero addirittura rivoluzionarlo per sempre. Pensiamo, ad esempio, a un braccialetto smart con schermo flessibile, da indossare sul polso, che potrebbe sostituire uno smartphone nella vita di tutti i giorni. Tecnologie di questo tipo potrebbero permettere di integrare l'hardware di un telefonino all'interno di uno chassis anch'esso flessibile, rendendo le forme degli attuali device solo un lontano ricordo. Altre novità potrebbero arrivare dalle interfacce uomo-macchina, ora basate quasi integralmente sugli input tattili, ma che in futuro potrebbero sfruttare delle intelligenze artificiali degne di questo nome, in grado di comprendere i comandi vocali e di rapportarsi in modo più credibile con l'uomo. L'aumento delle prestazioni poi, se fatto con criterio e pensando alle applicazioni pratiche più che al marketing, potrebbe trasformare i device portatili in veri e propri computer, in grado di svolgere con agilità diversi tipi di applicazioni. L'incremento delle performance non potrà tuttavia prescindere da un miglioramento delle tecnologie legate alle batterie, che sfrutteranno anche i consumi, sempre più bassi, sul lato hardware per prolungare la loro durata. Tutto questo non sarà facile, ma è anche sicuro che non si potrà continuare ancora sul sentiero delle mere migliorie hardware, soprattutto ora che gli smartphone, per come li conosciamo oggi, sembrano aver raggiunto il loro apice.

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