La Regione Puglia con legge 14/2007 ha inizialmente posto un vincolo di inedificabilità assoluta intorno alla fascia di rispetto degli ulivi monumentali, istituendo apposite commissioni e registri per gli stessi, nonchè una corsia preferenziale per le aziende titolari di ulivi monumentali che chiedono finanziamenti. Gli ulivi sono trattati come monumenti della natura, com’è giusto che sia, perciò vengono istituite tutte le possibili forme di tutela. All’improvviso però la Regione ha “virato” dicendo che è possibile abbattere un ulivo secolare qualora questo abbia la sfortuna di rientrare in un piano attuativo. In sostanza si sacrifica un monumento della natura al mero profitto del cementificatore di turno.
A dir la verità, non è la prima volta che la Regione si adopera in questo modo per la tutela del paesaggio pugliese. La scellerata Legge Regionale 31/2008 che ha fatto tappezzare la Puglia di impianti fotovoltaici (poi cassata dalla Consulta) è un altro esempio di quale quanto sia opinabile l’idea di programmazione del territorio e di rispetto del nostro paesaggio. Ma vi è di più: la cosa che più inquieta è l’aver intrufolato la possibilità di abbattimento degli ulivi secolari in una norma chiamata “Norme in materia di riordino degli organismi collegiali operanti a livello tecnico-amministrativo e consultivo e di semplificazione dei procedimenti amministrativi”. Forse avevano sperato che nessuno si accorgesse che una norma con tale titolo potesse contenere un articoletto che preveda l’abbattimento di ulivi secolari. Ma il trucchetto è stato smascherato! fonte: wwf Andria