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Smashing Pumpkins: un Ritorno tra Amarcord e Sperimentazione

Creato il 05 marzo 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Sabrina PortaleSmashing Pumpkins: un Ritorno tra Amarcord e Sperimentazione

Dal genio, dalla sregolatezza e anche dalla follia di Billy Corgan nascono a Chicago nel lontano 1988 gli Smashing Pumpkins, uno dei gruppi più influenti della scena alternative rock degli anni ’90 con all’attivo almeno due pietre miliari: Mellon Collie and the Infinite Sadness (1995) e Adore (1998). Trenta milioni di dischi venduti e una storia travagliata che si snoda tra liti, droga, cambi di formazione. Quasi scontato lo scioglimento (avvenuto nel 2000) ed altrettanto prevedibile, visto che nel frattempo la carriera solista di Corgan si rivela fallimentare, la successiva reunion. Il primo frutto del nuovo corso è Zeitgeist (2007). L’album viene registrato soltanto da Corgan e da un altro dei membri storici della band: il batterista Jimmy Chamberlin. Dal vivo, invece, i due non si esibiscono da soli e pian piano si arriva a quella che, dopo altri piccoli scossoni (Chamberlin lascia nel 2009), è la composizione attuale degli Smashing. Corgan è ovviamente il leader indiscusso, l’anima di un progetto che vede Jeff Schroeder alla chitarra, Mike Byrne alla batteria e Nicole Fiorentino al basso. Una scelta quest’ultima che ci testimonia la predilezione di Corgan per le donne che suonano questo strumento. La band è recentemente tornata alla ribalta con un nuovo lavoro, Oceania, che, uscito nel giugno dello scorso anno, è una sorta di prosecuzione di un progetto chiamato Teargarden by Kaleidyscope. Questo progetto, prima di essere interrotto, prevedeva ben quarantaquattro brani che dovevano essere messi a disposizione dei fan su internet con cadenza mensile e dati alle stampe in undici EP a tiratura limitata (ne sono usciti soltanto due). Di fatto Oceania con le sue tredici canzoni rappresenta un modo più tradizionale di dare seguito all’idea, di continuare la pubblicazione di quel materiale, in un certo senso un album dentro l’album.

Smashing Pumpkins: un Ritorno tra Amarcord e Sperimentazione

Il disco mira a recuperare il sound, i desideri e le atmosfere decadenti dei primi Smashing alternandoli a qualcosa di nuovo, di sperimentale. Si tratta, secondo le intenzioni di Corgan e compagni, di un nuovo prodotto in cui si guarda al futuro rimanendo tuttavia strettamente ancorati al passato. La nuova formazione sembra essere abbastanza in sintonia; essa si compenetra, specchia e sublima nel suo leader che appare animato da nuova verve e nuova linfa. Corgan qui ha operato una metamorfosi, non si presenta più come l’artista irriverente, perverso, maledetto e depresso del passato; ora appare invece più equilibrato; nelle sue canzoni non ci sono più toni esasperati e cupi ma si dà spazio ad atmosfere più soft. L’impulsività sembra essere domata, segno che Corgan è riuscito ad acquietare i demoni che negli anni lo torturavano. A dar forma a questa nuova veste musicale, concorre anche la copertina dominata dal bianco e dal blu, che trasmettono serenità ma che rimandano anche all’infinità del mare e dell’orizzonte, creando numerose suggestioni oniriche. Peculiarità del nuovo lavoro è dunque questo versante spirituale e sognante in cui sembra lontana la struggente energia nichilista e si dà inaspettatamente spazio alla positività e alla speranza, pur mantenendo i suoni tipici della psichedelia, del grunge, del punk, dell’hard. Permangono le sfuriate rabbiose proposte però sotto forma di malinconica dolcezza e con arrangiamenti ben articolati. Io l’ho trovato un album abbastanza godibile dall’inizio alla fine, ben suonato, pieno di spunti e sonorità abbastanza interessanti; un disco che cambia pelle più volte a seconda dei brani. Le canzoni si presentano eteree, ruggenti e calorose. Devo dire però che non ho colto la sperimentazione vera e propria a cui il gruppo allude; le novità ci sono ma non sono così eclatanti.

Smashing Pumpkins: un Ritorno tra Amarcord e Sperimentazione

Tra i tredici pezzi una menzione la merita sicuramente Quasar. Opener del disco, è il brano più legato ai fasti del passato con gli assolo di chitarra tipici di Corgan, i suoni metal distorti e la melodia trascinante. La sperimentazione si coglie nella fusione fra suoni duri e il ritmo tribale delle note orientaleggianti. Sulla stessa scia si colloca anche Panopticon, brano che più di tutti si configura come amarcord; si tratta di una traccia che propone i suoni delle chitarre acustiche e della batteria propri dell’alternative degli anni ’90. Altro episodio di qualità è The Celestials, canzone emblematica in cui tutta la negatività si tramuta in speranza e che comincia con la chitarra acustica e con il suono vellutato degli archi per poi esplodere, in uno straordinario crescendo, nell’elettricità più pura. Segue Violet Rays, secondo me il brano migliore, una riuscita ballata in cui sonorità diverse vengono sapientemente amalgamate. Altra traccia godibile è My Love is Winter che ripropone in toni diversi la nostalgia tipica delle vecchie canzoni, resa con una melodia avvincente in cui la voce nasale di Billy Corgan che canta a squarciagola fa diventare tutto estremamente evanescente. One diamond, One Heart dà invece forma al versante spirituale e onirico, proponendo una melodia romantica creata mettendo insieme flauti traversi, chitarre cristalline e suoni elettronici. Forse il pezzo più “innovativo” di Oceania. Infine, ricordiamo anche Pinwheels, brano acustico in cui risaltano i cori di Nicole Fiorentino la cui voce si sovrappone sapientemente a quella di Billy. Anche qui si nota il tentativo di proporre qualcosa di musicalmente nuovo.

Smashing Pumpkins: un Ritorno tra Amarcord e Sperimentazione

Da un artista dotato come Billy Corgan ci saremmo forse aspettati di più, ma godiamoci questo Oceania, che, oltre ad essere un buon lavoro, speriamo possa rappresentare un punto di partenza verso una ulteriore e “rivoluzionaria” evoluzione sonora.


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