Giovanni Bellini, Ebbrezza di Noé, 1515
E non ricordo più d’esser stato
ubriaco, l’occhio fiammeggiante,
mistico Mefistofele, io non ricordo
più ebbrezza alcolica o di vita,
iridescente nebbia che trascende
nell’epopea il misero ordinario.
E non ricordo più la materiale
estasi del vino, ma solo
l’emicrania che la paga,
senza sconto, al gabelliere
che bussa puntuale alla porta,
nella pesante mattina che ne segue.
Ora la meraviglia si trascina
nella monotona ricerca del piacere
e solo la memoria pare vita
degna d’essere vissuta;
ma non ricordo più se fosse
vita o se vissuto fossi stato
dalla vita: del sogno
adesso ho pari consistenza,
ma non lo stesso retrogusto.