Amici, parenti, conoscenti, colleghi, dentista, benzinaio, commessa smettetela di chiedermelo.No, non sono incinta.
Si, sono un po' ingrassata.
Si, mi metto i vestitini stile impero che fanno molto prémaman. Non "per nascondere qualcosa" con tanto di occhiolino e sgomitata. Me li metto perché mi piacciono e quando esco fuori a cena e mangio un po' più del solito posso stare seduta composta senza dovermi slacciare i pantaloni.
Si, sono passati quasi sei mesi dal matrimonio, ma non mi pare di aver letto nessuna legge o firmato nessun contratto in cui si parlasse di una scadenza per procreare.
E no, non sto aspettando perché ho paura che faccia troppo male, che il mio fisico non torni quello di prima (davvero c'è gente che rinuncia a mettere al mondo un bambino per questo?) o perché ci stravolgerà la vita.
Anzi, lo vorremmo tanto. Lo vorrei più di ogni altra cosa al mondo.Ad ogni stella cadente, ad ogni monetina lanciata in una fontana, ad ogni candelina spenta, ad ogni targa con tre numeri uguali vicini (lo facevate anche voi da piccoli, vero?), ad ogni volta che l'orologio della radiosveglia segna 11:11 o 22:22 il mio desiderio, il primo desiderio che l'istinto e il cuore comunicano al cervello, è questo: "Voglio un bambino". Purtroppo tutto questo non basta. L'istinto materno, il desiderio, l'amore non bastano. Noi abbiamo due lavori precari e due mutui da pagare, pochi soldi e nessuna stabilità. Ed è tristissimo dover ridurre un sogno così grande e forte a un semplice discorso economico. Eppure è così. Magari un giorno di questi saremo tanto folli da prenderci anche questo rischio, non si può mai sapere. Ma per ora no, non possiamo azzardare tanto.Per cui, nel caso in cui qualcuno di voi lettori avesse intenzione di chiederlo, per favore eviti. Quella che può sembrare una battuta, una domanda di circostanza, è per me una ferita aperta. Piccola e superficiale, per carità, ma pur sempre una ferita. E poi comunque si, sono un pochino ingrassata. Per cui sareste pure un po' stronzi.