Film divertente con un robusto retrogusto amaro, agro dolce come certe pietanze cinesi, delicato finché il palato non tocca il wasabi nella cucina giapponese, o gustoso ma improvvisamente piccante al pari delle portate indo-tailandesi, “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilia ricorda la pellicola del 1956 con Totò, Peppino de Filippo e Giacomo Furia “La banda degli onesti”.Edoardo Leo(con accanto una sempre splendida Valeria Solarino), Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero de Rienzo, Stefano Fresi, Pietro Sermonti (con qualche chilo in più), Lorenzo Lavia e Nei Marcorè, interpretano giuristi, latinisti, ingegneri, matematici, chimici, fisici, accademici, tutti di alto livello, con intelletti di notevoli dimensioni, costretti a fare, sotto padroni arcigni e stranieri, i camerieri, i benzinai, i meccanici, i giocatori di azzardo, se non direttamente i delinquenti. Il loro genio lo utilizzeranno per concepire e realizzare le smart drugs, ossia pasticche stupefacenti composte, però, da molecole ancora non inserite nella black listministeriale e, quindi, formalmente legali.Il tanto denaro e le copiose belle donne che, inevitabilmente, giungeranno a pioggia, non porteranno loro la fortuna che speravano.L’ambientazione romana e nei locali e spazi della Università “Sapienza”, rafforzeranno la tinta di ingiustizia di cui i protagonisti sono stati vittime, per diventare, però, autori, a loro volta, di ingiustizie.Fabrizio Giulimondi




