Titolo: Smile please
Autore: Jean Rhys
Editore: Sellerio
Anno: 1992
“C’è qualcosa di instabile come l’acqua in me, e quando le cose diventano difficili me ne vado. Non ho ciò che gli inglesi chiamano viscere”.
“Smile please” è l’autobiografia – scritta all’età di ottant’anni - di Jean Rhys, divenuta famosa solo nel 1966 con il romanzo “Wide Sargasso Sea”. La stagione creativa della scrittrice inglese Ella Gwendoline Rees Williams, nota appunto con lo pseudonimo di Jean Rhys, inizia però molto tempo prima, negli anni venti e trenta, quando scrisse, tra gli altri i romanzi, “Voyage in the Dark” e “Good Morning, Midnight”.
Nata in Dominica nel 1890, dove visse con la propria famiglia, all’età di diciassette anni, lasciò l’isola caraibica per recarsi in Inghilterra e qui vi rimase sino al 1919, quando si trasferì a Parigi con il primo marito, Jean Lenglet.
L’esperienza londinese fu per la scrittrice una grande delusione: a Londra finirono miseramente i suoi sogni di gloria e felicità. La sua precoce carriera di attrice si concluse fugacemente, come il primo amore della donna per un uomo molto più anziano di lei, il quale l’abbandonò lasciandole un assegno mensile che, nonostante l’offesa di un simile gesto, la scrittrice non poté rifiutare, a causa della propria disastrata situazione economica.
L’Inghilterra si rivelò per Jean Rhys troppo distante dai colori, i sapori, i profumi e la vitalità della terra d’origine: la sua esistenza in Europa rimase ai margini di una società in cui non si sentì mai a proprio agio e a cui preferì la solitudine della propria stanza e il silenzio dei propri pensieri. I personaggi femminili dei suoi romanzi risentono profondamente di questa visione pessimistica e dolorosa della vita: esseri marginali e sottomessi, vittime del cinismo e della crudeltà dei loro carnefici.
“Smile please” nasce dall’esigenza della scrittrice, ormai anziana, di raccontarsi e di sottrarre il racconto della sua vita allo sciacallaggio di scrittori pochi accurati. Riesce tuttavia a ultimare per la pubblicazione – come ci spiega la nota al romanzo – solo la prima parte del libro, quella che racconta della sua vita in Dominica. La seconda – che si apre con il trasferimento in Inghilterra - risente molto della mancata rivisitazione dell’autrice, facendosi più pesante e appiattita nella narrazione.
Il ricordo si assottiglia e Jean Rhys fatica a riprodurre con nitidezza momenti della sua lunga vita, che accenna e riporta solo marginalmente. Tuttavia, la scrittura non si improvvisa ma rivela una padronanza e una forza inaspettate.
Jean Rhys merita una lettura: prima che dell’autobiografia, quella degli altri romanzi, uno su tutti “Il grande mare dei Sargassi” edito da Adelphi.
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