Lirico risveglio innocente di freschezza, con gli occhi rivolti ai flutti marini.
Il panico azzurro interrotto e screziato di agile scuro oro tenore, a strisce.
Gioia delle pupille mi è il fiorire in ribollore della superficie olezzante.
Ricordo tenue di momenti imbarazzanti, gastriche problematiche di ieri,
D’ignota paternità ammantate, ammalianti e misteriche.
Miriadi pullulanti di organiche particelle, sbattute e ribattute
Da onde pavide ancor nell’occultar all’improvvido bagnante.
Chiazze, venature, pois, sospendono le certezze di una noia frivola
Specchio di un chiaro cielo privo di nuvole.
Corro sotto le coperte, come Flaubert, ad odorar le mie medesime emanazioni
Intestinali ed estemporanee nell’abisso dei piaceri reconditi