Le mascotte ufficiali delle Olimpiadi invernali di Sochi 2014 sono il pezzo più importante del marketing e merchandising legato ai Giochi. Le vedremo protagoniste anche nella cerimonia di apertura (occhio: la delegazione italiana è quella che sfilerà con le divise Coni disegnate da Giorgio Armani). Dal 1976 le Olimpiadi della neve e del ghiaccio hanno un loro animale portafortuna: a Innsbruck in Austria scelsero Schneemann, un pupazzo di neve. Per quelle estive, dopo la mascotte non ufficiale di Città del Messico 1968, la prima è stata il bassotto Waldi a Monaco 1972.
Leopardo, Orso bianco e Leprotto a Sochi 2014
In Russia hanno voluto fare le cose in grande — come avevamo ampiamente capito da anni — e così le mascotte ufficiali sono ben tre. Sono state scelta attraverso un concorso popolare che permetteva a chiunque di poter fare una proposta poi votata dal pubblica a casa. Qualche polemica per via di un endorsment di Valdimir Putin per il leopardo senza dimenticare che l’Orso è il simbolo del suo partito al potere. Alla fine hanno scelto anche la lepre nel terzetto ufficiale.
Non particolarmente fantasiosa la scelta dei nomi: sono Leopardo, Orso bianco e Leprotto. Per molti le Olimpiadi invernali di Sochi 2014 rappresentano anche un palcoscenico politico per puntare i riflettori del mondo sulla Russia. Come ai tempi della Guerra fredda con il blocco Atlantico e quello Sovietico. Nello sport rivivremo le sfide dell’hockey su ghiaccio tra la Russia e gli Usa ma anche il Canada: gli americani ricordano il Miracle on Ice di Lake Placid 1980 mentre i canadesi la serie vinta contro l’Urss del 1972.
Nella storia delle Olimpiadi ci sono stati due appuntamenti dove si è voluto mettere in mostra la potenza politica ed economica di una federazione chiacchierata: Mosca 1980 e Sarajevo 1984. Ai Giochi estivi di Mosca la mascotte era il simpatico e paffuto orso Misha, che sembra un parente alla lontana del suo discendente nel terzetto di Sochi.
A Sarajevo, Giochi invernali, c’era il lupo Vucko dal ghigno furbo e spiazzante: il suo cavallo di battaglia nella serie a cartoni animati che lo vedeva protagonista era l’ululato “Sarajewouuu!”. Per chi scrive Misha e Vicko sono i primi ricordi legati alle Olimpiadi mentre l’aquilotto Sam di Los Angeles 1984 con la boombastica cerimonia di apertura sono una pietra miliare: da quell’edizione non me ne sono mai persa una e Sochi 2014 non sarà l’eccezione!