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Socialdemocratici di tutto il mondo, dividetevi!

Creato il 27 febbraio 2013 da Federico85 @fgwth

Peer Steinbrück, candidato cancelliere delle Spd alle prossime elezioni politiche tedesche (zimbio.com)

Peer Steinbrück, candidato Spd alla cancelleria alle prossime elezioni politiche tedesche (zimbio.com)

Se nemmeno tra compagnucci ci si dà una mano, le speranze per un’Europa diversa sono veramente minime. L’ultimo, eclatante episodio è avvenuto tra martedì 26 e mercoledì 27 febbraio. Protagonisti Peer Steinbrück, candidato cancelliere del partito socialdemocratico tedesco (Spd) alle prossime elezioni di settembre, e Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica italiana. Martedì sera Steinbrück ha così commentato l’esito del voto appena conclusosi in Italia, definendosi inorridito per “la vittoria di due clown”, ovvero Beppe Grillo e Silvio Berlusconi. Per tutta risposta, Napolitano ha prontamente fatto sapere all’esponente socialdemocratico tedesco che l’incontro previsto per mercoledì era annullato a causa di queste dichiarazioni. Le parole pronunciate, con tono visibilmente commosso, dal capo dello Stato durante un’incontro tenutosi a Monaco di Baviera con la comunità italiana della città sono state eloquenti: “Il presidente della Repubblica ha per Costituzione il mandato di rappresentare l’unità nazionale. Penso che non sia molto diverso dal rappresentare la dignità nazionale, mi sono sentito investito di ambedue questi mandati e doveri. Noi rispettiamo profondamente la Germania per i suoi successi, ha saputo risorgere dalle rovine e costruire una nuova Europa insieme all’Italia. Noi la rispettiamo, ma esigiamo rispetto per il nostro Paese”.

Il dramma di un tale paradosso è che, nel merito, hanno ragione tutti e due. Steinbrück ha espresso in maniera colorita quello che lo stesso Napolitano e un terzo degli italiani in fondo pensa. L’avversione del “migliorista” Napolitano per ogni forma di populismo (e per Grillo e per il Cavaliere in particolare) è cosa risaputa. Il gesto di annullare l’incontro va quindi letto semplicemente come una formale, sana e dignitosa reazione del più illustre rappresentante istituzionale italiano di fronte ad una mancanza di rispetto nei confronti dell’esito di un voto che, nonostante tutto, si è svolto in un contesto democratico. Napolitano non ha voluto difendere Grillo e Berlusconi in quanto tali, ma la volontà degli italiani come popolo. La cantonata Steinbrück l’ha presa semplicemente sul piano dell’opportunità e della legittimità di esprimere in pubblico e davanti a un microfono un’opinione colorita e tranciante. Le elezioni italiane saranno state pure il trionfo della volontà populista, ma un aspirante capo di governo straniero non dovrebbe inciampare in queste gaffes, specie se aspira a guidare la “locomotiva d’Europa” e condurla su binari diversi da quelli scelti dal suo predecessore. Stupisce poi che la leggerezza sia commessa per giunta dall’esponente più in vista di quello che, sulla carta, dovrebbe essere un partito “amico” del centro-sinistra italiano. Un centro-sinistra che esce con le ossa rotte da un’elezione che – come tante, troppe altre volte – era convinto di avere in tasca e invece se l’è ritrovata da un’altra parte.

La figura di Steinbrück è tornata così prepotentemente sotto i riflettori dopo aver subìto nei mesi passati un crollo nei sondaggi. Fioccano così le ipotesi dietrologiche: è stata una geniale intuizione di uno spin-doctor per riportare in prima pagina il candidato cancelliere Spd? Inoltre chi ha detto che in Germania una sparata del genere non aumenti i consensi del politico originario di Amburgo, cavalcando l’onda di un sentimento anti-italiano che negli ultimi tempi parrebbe essersi gonfiato e che quindi la cosa faccia il gioco di Steinbrück in vista delle elezioni?Tutto è possibile, ma quel che è certo è che il vecchio Peer non sia nuovo a figure del genere. Personaggio sopra le righe, legato quasi maniacalmente al denaro, è dotato di una retorica poco teutonica e parecchio esibizionista che non lesina espressioni crude e dirette. All’interno del partito, rappresenta l’ala centrista e più liberale del Spd, e non a caso non è molto amato dall’ala sinistra della formazione politica socialdemocratica per la sua eccessiva condiscendenza alle politiche di rigore della Merkel. Steinbrück tra il 2005 e il 2009 è stato difatti Ministro delle Finanze del primo governo presieduto da Angela Merkel, quello della famosa große Koalition. Il suo successore e ministro attualmente in carica è Wolfgang Schäuble, un altro che in passato non ha risparmiato serene mazzate ai conti pubblici italiani ma che ieri si è subito precipitato a ribadire come il risultato elettorale italiano vada rispettato: “E’ la democrazia”, ha tenuto a precisare Schäuble.

Dopo la vittoria (che va sgonfiandosi) di Hollande in Francia e il passo falso del Pd italiano gli occhi e i cuori delle genti di sinistra europee -ma non solo – sono puntati sulla Germania. La vittoria del Spd è da tempo etichettata come la possibile svolta per l’intero vecchio continente. Se questo è il modo con cui Steinbrück intende iniziare ad allacciare i rapporti col resto d’Europa, e se dovesse vincere a settembre, non sarà in ogni caso un idillio.


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