La messa in onda della trasmissione di Fazio e Saviano ha messo in luce un aspetto che già era ben visibile ed esasperato nella società italiana odierna, ma lo ha sottolineato con paradossale ironia, lo ha denudato senza pietà e lo ha svelato per la forma grottesca che ha. Parlo dell'ostinazione tutta italiana per il diritto di replica, la febbre da contraddittorio, la dipendenza da par condicio, il delirio da "voglio anch'io dire la mia, e ne ho tutto il diritto, perché la penso come lui, che ha già parlato, anzi quasi come lui, perché a differenza di lui, che porta i boxer a righe, a me piacciono gli spaghetti al sugo."
Si tratta di un aspetto fortemente sintomatico di una società artificialmente semplificata, binaria, ignorante?, arroccata senza eccezioni su posizioni tagliate con l'accetta e per questo sempre e comunque inconciliabili, in cui o uno è bianco o è nero. Milanista o interista. Comunista o fascista. Guelfo o Ghibellino. Cittadino o immigrato. Laico o cattolico. Imprenditore o sindacalista (no, ehm, questo non vale più). Posizioni che sono solo capaci di scontrarsi e mai di parlarsi (o ascoltarsi), mai di trovare un terreno comune su cui dialogare, di capire che una società può progredire e migliorare solo nell'esercizio del compromesso e del rispetto, ma godono nell'alimentare la propria presuntuosa illusione di onnipotenza fine a se stessa, perché per loro conta più della ragione stessa per cui si schierano.
E chi glielo spiega, a quelli, che invece la realtà avrebbe bisogno di almeno 256 tonalità di grigio? Sono solo 8 miseri bit, come un vecchissimo Intel 8080 del 1974. Glieli vogliamo, almeno quelli, concedere al mondo?
[NB Grazie ad Ale Cava per avermi ispirato il post]