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Socrate in Lega Pro

Creato il 26 ottobre 2013 da Gaetano63

di Gaetano Vallini
Socrate in Lega ProDalla squadra di calcio del Castel Rigone una lezione di sport
In trasferta si lascia lo spogliatoio pulito..Per un gol non si esulta eccessivamente per non mancare di rispetto all’avversario. Ed è vietato protestare contro l’arbitro

 


«Nel giorno della presentazione del Torneo della Legalità “Don Peppe Diana”, ho ricevuto dal presidente dell’Aversa Normanna, Giovanni Spezzaferri, la foto dello spogliatoio dello stadio Comunale Bisceglia scattata dopo la partita con il Castel Rigone. È quella di come lo hanno lasciato i calciatori ospiti che, piccolo particolare, avevano perso 4-1. Mi chiedo:  un’immagine così potrà mai conquistare la prima pagina dei giornali sportivi e non? Dei servizi tv? Delle homepage delle testate online?».Infatti non le ha conquistate. La foto di cui parla il comunicato del direttore generale della Lega Pro di calcio, Francesco Ghirelli, mostra semplicemente uno spogliatoio pulito, quasi lucido. Tutto qui? viene da chiedersi. Non proprio, perché il Castel Rigone — squadra di un piccolo centro umbro di poco più di quattrocento anime, Passignano sul Trasimeno, che milita nella seconda divisione della Lega Pro (la vecchia serie C2) — ha fatto dell’etica nel comportamento uno stile, dentro e fuori dal campo. Il presidente e fondatore della società, l’imprenditore Brunello Cucinelli, su questo ha le idee chiare. E non a caso ha voluto uno stadio senza barriere tra pubblico e calciatori, dove peraltro non si insulta e non si inveisce contro nessuno.

Socrate in Lega Pro
Lasciare pulito lo spogliatoio dopo una partita in trasferta, rimettendo tutto in ordine, è quindi solo una delle norme in auge. Un’altra prevede che, in casa, alla squadra avversaria vengano sempre offerti frutta fresca e un dolce. Questo fuori dal campo. In campo è vietato esultare in modo eccessivo per non mancare di rispetto all’avversario che ha appena subito un gol; non sono ammesse simulazioni né proteste verso la terna arbitrale. Proprio nella partita contro l’Aversa Normanna un ragazzo neppure ventenne si è fatto espellere per aver contestato una decisione arbitrale: il giudice federale lo ha squalificato per una sola giornata, la società lo ha mandato a “sbollire” per un mese nella squadra giovanile. Ma era dal 2000 — la società è nata nel 1998 — che un calciatore del Castel Rigone non prendeva un cartellino rosso per proteste. A proposito del vivaio, si punta molto sull’educazione. Ma non solo dei giovani atleti. Da quest’anno, infatti, se un papà in tribuna esagera, il figlio viene messo fuori rosa. Sembra che la cosa funzioni.Insomma qui si guarda soprattutto alle persone. Prima dell’inizio del campionato il presidente ha  fatto richiesta di giocare, per quanto possibile, di sabato, nella convinzione che la domenica sia un giorno da dedicare alla famiglia. E alle persone si pensa anche per il dopo,  investendoci su. E così ben dodici ex giocatori sono diventati dirigenti dell’azienda del presidente e alcuni della società sportiva. In un tale contesto, e per quanto possa sembrare inconsueto, non ci si stupisce se in un comunicato della società sul cambio di allenatore, a quanto pare scritto direttamente dal presidente, si legge che «il fine di tutto non può essere solo la vittoria; e comunque al di sopra di tutto deve esserci: lealtà, franchezza, rispetto, verità». E che lo stesso termini citando addirittura Socrate: «È dovere di chi parla dire sempre la verità». Sembrano storie di un altro pianeta. Non certo del  mondo del pallone di cui si sente parlare oggi. Tra rigurgiti di teppismo e violenza, tra cori razzisti e curve chiuse, tra intemperanze di calciatori e a volte anche di dirigenti, si stenta infatti a trovare serenità e, soprattutto, quell’aria pulita che invece in molti vorrebbero respirare in un ambiente  sportivo. E così, in un clima di quasi perenne conflitto, passano sotto silenzio anche alcuni esempi positivi che invece meriterebbero ben altra attenzione. «Quella foto — conclude Ghirelli a commento dell’episodio — è una lezione, non solo a noi del calcio, ma a tutti. Se, ogni giorno, compiremo atti normali questo bellissimo mondo in cui abbiamo la fortuna di vivere sarà più bello e migliore. È possibile? Sì, dipende solo da noi, non dobbiamo aspettare nulla e nessuno. Avanti, facciamo come a Castel Rigone!». 
(©L'Osservatore Romano – 27 ottobre 2013)


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