Recensione del romanzo “Ti guardo” di Sibyl von der Shulenburg
Come promesso qualche giorno fa oggi vi presento la mia recensione al romanzo “Ti guardo“, opera, edita dalla casa editrice “Il prato”, che fonde aspetti psicologici, derivanti dagli studi compiuti, a trame degne dei migliori romanzi gialli uscita dalla penna e dal talento di Sibyl von der Schulenburg, autrice nata a Lugano, in Svizzera, da genitori tedeschi ma residente e operante tra la provincia di Milano e la Toscana. Con il romanzo “Ti guardo” l’autrice da un’energica scossa ai lettori presentando loro una storia che li colpirà come un sonoro pugno allo stomaco tenendoli incollati alle sue pagine. Ho parlato di un sonoro pugno allo stomaco perché “Ti guardo” è un romanzo davvero “forte” che presenta uno dei personaggi più complessi e indimenticabili che mai scrittore sia riuscito a creare. Un personaggio complesso e sfaccettato che racchiude in sé tre personalità nate da un’infanzia caratterizzata dall’abbandono da parte della madre e dai maltrattamenti di un padre rozzo e violento il quale avrebbe desiderato un figlio maschio e mal digeriva la figlia. Proprio dall’atteggiamento paterno scaturirà la personale di Alex, duro, deciso e con scatti decisamente violenti.
Diventata adulta la protagonista del romanzo “
Ti guardo” si trova a portare avanti una terapia di tipo innovativo, gestita interamente attraverso il sistema della chat, virtuale e unicamente testuale, senza la possibilità della videochat rifiutata da Alex al momento della richiesta di ammissione alla terapia. Attraverso la terapia che condurrà la protagonista ad entrare sempre più in contatto col proprio terapista. La poliedrica e multiforme protagonista vive però anche altre esperienze oltre a quella della terapia intrapresa come paziente. Nella “personificazione” di Sofia la protagonista partecipa ai corsi tenuti da una famosa cake-designer alla quale si lega morbosamente arrivando, quando se ne sente rifiutata, a tramutarsi in stalker. Attraverso i corsi frequentati Sofia si scopre a sua volta un’artista nell’arte della body-art messa in atto creando “sculture umane” attraverso la pasticceria per mezzo di creme e impasti vari. Attraverso poi la terza personificazione, Laura, la protagonista diventa poi, a sua volta, una sorta di terapista; una terapista che utilizza metodi di cura basati in gran parte sul sesso. Ma, nonostante “
Ti guardo” sia un romanzo giocato su una complessità di incastri, a farla da padrone è nettamente la tematica del vuoto, del senso dell’abbandono, ai quali la protagonista cercherà in tutti i modi di porre rimedio. La protagonista poi non è propriamente un personaggio gradevole in assoluto ma nonostante ciò sfido i futuri lettori a non parteggiare, senza se e senza ma, per lei nei vari frangenti che la vedranno impegnata. Un romanzo che avvincente dunque ma che commuove anche per quell’aleggiante senso di abbandono e di rifiuto che caratterizza la vita della protagonista dai tanti volti.