Ammetto che tutte le volte che torno dall'Italia la valigia sembra quella della caricatura di un emigrante tant'è piena di quelle leccornie che, nonostante la globalizzazione, qui si trovano solo raramente tipo una buona finocchiona senese, la sopressa veneta o la coppa piacentina. Tra le cose che io adoro e che trova sempre spazio in valigia c'è immancabilmente anche lo strolghino, quel delizioso insaccato fatto con il culatello che stimola ogni papilla gustativa e ti riconcilia con la vita.
Oggi pomeriggio sono a casa con Sofia che si è presa un'influenza di quelle giganti che le fa colare il naso così che se la perdi di vista un secondo può ritrovarla comunque seguendo la scia che lascia a mo' di lumachina. All'ora della merenda ho avuto la pensata di farle assaggiare del pane con una fettina di strolghino.
"Ancora" mi ha detto indicando lo strolghino quando a momenti non avevo fatto in tempo a ritirare la mano dalla sua bocca.
"Ancora" mi ha ripetuto dopo la seconda fetta...e dopo la terza, la quarta, la quinta e persino la sesta.
Adesso lo strolghino è finito, per fortuna che c'è ancora da aprire la bresaola...