Sono stata indecisa fino all'ultimo se iniziare o meno un libro nuovo prima della fine dell'anno. Odio avere libri in sospeso da un anno all'altro, anche se effettivamente si tratta solo di un giorno. Così come odio concludere le mie letture annuali con un libro che non mi ha entusiasmato o che ho odiato, un po' come se un'unica ultima lettura negativa potesse di colpo cancellare tutte quelle precedenti. Poi però c'era Sofia lì che mi guardava dal comodino e che mi attirava a sé, prima lentamente poi con violenza. "Ma come, è da così tanto tempo che vuoi leggermi che ora riesci ad aspettare?". Ho combattuto a lungo, ma poi alla fine ha vinto lei. Ho aperto il libro e mi sono immersa nei racconti della sua vita. Tanti piccoli racconti più o meno brevi, scritti con un'incredibile maestria da Paolo Cognetti, che se già singolarmente riescono a trasmettere tanto, messi insieme creano un qualcosa di incredibile.
Sofia è una ragazza particolare, figlia unica, incidente di percorso, di due genitori che non si amano più e che forse non si sono mai amati. Un padre ingegnere, che fa del suo lavoro la sua ragione di vita e che non è mai riuscito a capire sua moglie, Rossana. Una donna insicura, emotivamente fragile, che riesce a parlare e a comunicare con la figlia solo nella vasca da bagno. Sofia cresce così, da bambina maschiaccio con la passione per i pirati, da adolescente che veste sempre di nero e che, stanca dei litigi tra i suoi e della difficoltà a trovare il suo posto nel mondo, tenda il suicidio. Supera anche questo, grazie a una zia che la porta via da lì, confermando che nel caso di Sofia la fuga sia l'unica soluzione per risolvere i problemi. La ragazza scoprirà la sua passione per il teatro, e si trasferirà poi a Roma, tornando però dai suoi genitori ogni fine settimana. Per stare vicina a suo padre che sta morendo. Sofia poi crescerà e la ritroveremo a New York, di nuovo fuggita da qualcosa, di nuovo sfuggente di fronte ai sentimenti e alle situazioni che le vanno troppo strette e che non sa più come gestire.
Dieci racconti che, come già detto, potrebbero anche vivere di vita propria, ma che messi insieme, in un ordine volutamente cronologico, creano un personaggio complesso, misterioso e davvero ben delineato. Sofia prova rabbia, prova dolore, prova tenerezza. Vive di se stessa e per se stessa, perché nessuna delle persone che le sta accanto potrebbe capirla e accettarla. Quando parla di sé, chi le sta attorno non capisce mai fino a che punto sia sincera e fino a che punto menta. Non capisce perché fino a un momento prima c'era e un momento dopo non c'è più. A non Sofia non importa del futuro. Nemmeno ci riesce a pensare al futuro. Come lei stessa dichiara, "Io voglio essere felice adesso". Cosa c'è dopo, non importa.
Questa ragazza è riuscita a conquistarmi, a tenermi incollata alla sua storia, provando come lei a volte rabbia, a volte tenerezza, a volte frustrazione. Ho capito il suo stato d'animo molto più spesso di quanto pensassi. Il suo odiare gli addii, le sue difficoltà con i genitori, il suo non sapere chi è veramente, il suo sentirsi asimmetrica (sarà che fisicamente lo sono anche io).
Grazie per avermi convinto a leggere la tua storia, cara Sofia. Ovunque tu sia adesso, hai lasciato dentro di me qualcosa, che per un bel po' non se ne andrà. E grazie a Paolo Cognetti che, con i suoi racconti e il suo stile asciutto, diretto e preciso, mi ha convinto ancora una volta che la letteratura italiana contemporanea esiste. Eccome se esiste.
Titolo: Sofia si veste sempre di nero
Autore: Paolo Cognetti
Pagine: 208
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: minimumfax
ISBN: 978-8875214401
Prezzo di copertina: 14,00 €
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