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Sognando Nicole

Da Sharebook @sharebook1
Immagine:  Sognando Nicole

ANGELO STEFANI
SOGNANDO NICOLE
(2011)

Un tonfo sordo lo svegliò e lo trascinò fuori dal sogno in cui era immerso. Confuso e frastornato, si ritrovò nel tepore del letto matrimoniale, il pesante piumone tirato su fino alle spalle.
Cosa è stato?
Collegò mentalmente il rumore al romanzo che per pigrizia aveva appoggiato in bilico sul comodino, poco prima di addormentarsi.
Cazzo, è caduto il libro. Adesso Nicole mi uccide.
Allungò la mano per accendere l’abat-jour, "click" e la luce lo abbagliò costringendolo a richiudere gli occhi, ma non prima di vedere un'ombra scivolare sulla parete.
«Nicole? Sei sveglia?» disse bisbigliando con la bocca ancora impastata dal sonno.
Riaprì gli occhi e lo vide. Il sangue si gelò nelle vene. Lì, in piedi accanto al letto, non c'era sua moglie ma un uomo con il volto coperto da una maschera demoniaca. D’istinto provò a gridare, ma si ritrovò con la bocca tappata ed una lancia di metallo puntata contro.
«Ssst, non fiatare.» ringhiò l’uomo, facendogli ronzare le parole nella testa.
Sentì il freddo metallo pungergli la pelle sotto il mento mentre il suo aggressore sollevava il cappuccio della tunica fino a coprirsi interamente il capo. Soltanto adesso aveva notato la tunica nera ed il cordone legato intorno alla vita, rosso come la maschera sul volto.
Girò leggermente la testa verso il lato del letto dove dormiva sua moglie, andando a cercarla con lo sguardo. Il piumone abbassato mostrava il bianco delle lenzuola, ma lei non c'era.
Forse si è nascosta, forse si era alzata per andare in bagno, avrà sentito dei rumori ed ora si è nascosta.
Sentì dei passi, sempre più vicini, poi sulla soglia della porta vide comparire un’altra tunica nera, ma questa volta la maschera ed il cordone erano di colore bianco.
******
Si avvicinò al letto con movimenti leggeri, quasi scivolasse sul pavimento, tenendo in mano un calice dorato che consegnò all’uomo con la maschera rossa. Andò verso la finestra e l’aprì, lasciando che la luce argentata della luna piena illuminasse la stanza. Voltandosi, estrasse dalla tasca un pugnale, la lama brillò, lucente ed affilata. Poi, si abbassò il cappuccio della tunica liberando i capelli che scivolarono morbidi sulle spalle.
******
Fu allora che la riconobbe, nonostante la maschera bianca le nascondesse interamente il volto.
No, non può essere. Tu?
Un tonfo sordo lo svegliò e lo catapultò fuori dall'incubo in cui era sprofondato. Non accese l'abat-jour ma scivolò con la mano sulle lenzuola, cercando il contatto con la moglie che doveva essere lì, nel letto, a dormire accanto a lui. Ma non c'era.

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