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Sogni a 150 bpm

Creato il 16 ottobre 2014 da Scribacchina

Ieri parlavo con un amico, un fanciullo di nemmeno trent’anni.
Laureato e tutto quanto, bel curriculum, ma soprattutto instancabile artigiano della parola. Lavora 7 giorni su 7, senza posa.

Mi ha confessato, un po’ titubante, cosa guadagna.
Sono inorridita.

Mi ha detto cosa vorrebbe guadagnare, con la stessa cautela di cui sopra.
Beh, non ho avuto il coraggio di rispondere.
Perché non esiste che un ragazzo, oggi, si accontenti di vivere con un terzo del mio stipendio (che non è lauto, signori: credo di guadagnare meno di un operaio specializzato, pur facendo tutt’altro lavoro).
… Ecco, nella foga sbaglio anche le parole. Questo fanciullo non si accontenterebbe di vivere con un terzo del mio stipendio. Semplicemente, sarebbe felice di vivere prendendo una miseria, ma continuando a fare il lavoro che ama.

Eppure, io questo ragazzo lo ammiro.
Perché è disposto a tutto, anche a vivere d’aria, pur di realizzare il suo sogno.
Ed è bello sapere che nelle nuove generazioni ci sono ancora delle persone con grandi ideali.

Ieri sera, saranno state le 11, mi sono trovata di fronte ad una partitura piuttosto complicata, una cosa che dovrei suonare a 150-160.
Beh, invece di sentire sconforto, ho ripensato a quel fanciullo.
Alla sua tenacia, al suo sorriso.
E anche suonare un pezzo impossibile è diventato un gioco da ragazzi.


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