Siamo al passaggio generazionale del mercato videoludico e possiamo fare qualche bilancio su ciò che potrebbe riservarci il futuro...
L'uscita di nuove console rappresenta un momento dal valore simbolico importante nel mercato videoludico: un passaggio generazionale che apre nuove prospettive sul futuro e ci permette di immaginare i possibili sviluppi futuri del panorama videoludico. La generazione "passata" - anche se per il momento è ancora decisamente attuale - è stata lunga e ricca di novità e ritorni storici, ha visto nascere e affermarsi nuove serie e perfino nuovi generi videoludici, progredendo in direzioni che forse non avremmo nemmeno immaginato. Eppure c'è sempre qualcosa che resta fuori, qualche titolo che aspettiamo da anni e non accenna a mostrarsi o qualche bella idea appena accennata che vorremmo vedere sviluppata ulteriormente, o ancora qualcosa che va storto sul piano organizzativo e ci lascia ad aspettare il gioco desiderato a tempo indeterminato. Partendo da sogni e desideri, in contrasto o meno con le logiche del mercato attuale o semplicemente da supposizioni logiche sulle evoluzioni future, proviamo qui a mettere insieme qualche titolo che ci piacerebbe vedere annunciato per i prossimi anni, tenendo comunque ben presenti alcuni presupposti di base.
Ci riferiamo in particolare a due appunti: il primo riguarda il concetto di "next-gen" come lo intendiamo abitualmente in questi giorni, l'altro la prospettiva con cui vorremmo che leggeste quanto segue. Per quanto riguarda il primo punto, assumiamo come passaggio generazionale l'uscita di PlayStation 4 e Xbox One, ben consapevoli che sia una visione parziale della "next-gen", che di fatto comprende anche Wii U, già disponibile da un pezzo, e il PC, che difficilmente rientra nelle logiche evolutive delle console. Tuttavia, è indubbio che l'uscita delle console Sony e Microsoft rappresenti un momento fondamentale per tutto il mercato rappresentando il nuovo punto di riferimento dei multipiattaforma e di fatto modellando il settore in base alle tempistiche dei due produttori in questione. Nintendo tradizionalmente agisce su un terreno leggermente sfasato, ma questa è un'ottima occasione anche per parlare di quei grandi titoli interni che ancora aspettiamo e che potrebbero dare una decisa scossa alla nuova console domestica. Per quanto riguarda la "prospettiva", prendete questo articolo come uno spunto di riflessione, una visione necessariamente parziale sul futuro basandosi sui desideri, che per natura sono strettamente soggettivi, e dunque invitiamo tutti ad arricchire il resoconto con l'apporto di altri titoli da aggiungere attraverso i commenti. Ultima nota: nell'elenco dei titoli non abbiamo voluto menzionare i grandi "classici" in attesa che rappresentano i desideri standard di ogni giocatore, ovvero giochi come Shenmue III, Half-Life 3 e Doom IV che consideriamo sottintesi in qualsiasi lista di questo genere.Strategie a avventure per il futuro
Partiamo da un paio di generi più afferenti all'ambito PC, pensando alle possibili novità riguardanti il settore strategico, tra RTS e gestionali in senso allargato, e le buone vecchie avventure grafiche. Si tratta di due segmenti di mercato a dire il vero ancora piuttosto floridi, almeno al livello di idee e nuove produzioni, che grazie a nicchie di appassionati possono contare su un apporto più o meno continuo di titoli, anche se questi solo in alcuni casi si configurano come giochi di alta fascia, in termini di budget e produzione. Se vogliamo stringere il cerchio dei desideri, spuntano necessariamente due nomi per quanto riguarda RTS, strategici o simili, almeno da un punto di vista più generico e meno addentro alle evoluzioni specifiche del settore. Il primo è quello di un game designer che ha fatto la storia di questi giochi, ovvero Sid Meier, che con il suo Civilization V è riuscito ad imporsi nuovamente all'attenzione di un'ampia fascia di utenza ma di cui non sono ancora noti precisamente i programmi futuri.
Dopo vari espansioni all'universo di gioco, e la speranza che il supporto per il quinto capitolo continui ancora, viene da pensare a possibili nuovi giochi da parte del creatore di serie tanto famose. Prima di un possibile Civilization VI dunque, il pensiero corre ad altri titoli storici che non si vedono da un bel po', come Alpha Centauri o un vero e proprio nuovo capitolo di Pirates!, senza escludere ovviamente un titolo completamente nuovo, che sarebbe anzi ben accetto. L'altro nome che ronza nelle menti di molti è sicuramente Syndicate, eccezionale strategico cyberpunk di Bullfrog recentemente recuperato da EA per farne - ovviamente - un FPS. Inutile dire che l'operazione reboot, al di là del valore intrinseco del gioco affidato a Starbreeze, ha lasciato tutti i vecchi appassionati con l'amaro in bocca, avendo ben poco a che fare con il concept originale. La speranza è dunque quella di veder tornare la serie sul suo sentiero d'origine, con un RTS che riesca ad attualizzarne struttura e aspetto tecnico senza andare a stravolgerne lo spirito.Continuiamo con la panoramica sui generi nostalgici pensando ad un'altra tipologia di gioco che nel mercato attuale trova spazio solo ad un livello piuttosto ristretto, ovvero l'avventura grafica. Ultimamente Tim Schafer con la sua Double Fine ha dimostrato che c'è ancora spazio per produzioni di alto profilo e budget importante in questo genere, con il suo Broken Age finanziato via Kickstarter, e proprio il celebre sistema di crowd sourcing potrebbe essere la chiave per portare ad un altro atteso ritorno sulla scena videoludica, quello di Ron Gilbert. La recente produzione in collaborazione proprio con Schafer, The Cave, non ha raggiunto i livelli di eccellenza che ci si poteva aspettare dalla ricomposizione di una coppia dal passato così illustre, ma quello che tutti aspettano, d'altra parte, è una vera e propria avventura grafica da parte dell'autore del Monkey Island originale, e magari di un ritorno proprio all'Isola delle Scimmie... chissà.
Le stelle nascoste della galassia Nintendo
Come abbiamo detto, Nintendo rappresenta una sorta di universo a parte all'interno del panorama videoludico, grazie soprattutto alle sue esclusive interne che storicamente costituiscono l'ossatura dell'offerta per le console della casa di Kyoto. Si potrebbe benissimo intavolare un'approfondita discussione dedicandoci solamente ai titoli Nintendo in attesa, ma ci limiteremo qui a menzionarne alcuni, escludendo ovviamente i giochi già annunciati o quelli sostanzialmente certi, che in linea con lo sviluppo iterativo classico della grande N, sono già svariati. Partiamo con Retro Studios, uno dei più talentuosi team attualmente in circolazione, da tempo "confinato" allo sviluppo dei vari Donkey Kong, ma che ci piacerebbe vedere all'opera anche su qualcos'altro.
Intendiamoci, Donkey Kong Country Returns è semplicemente un capolavoro, ma dopo un adattamento portatile ed un secondo capitolo che non sembra stravolgerne la sostanza vorremmo vedere l'estro e le capacità di Retro impegnate anche su qualcosa di nuovo. È naturale associare il team a Metroid Prime e una nuova interpretazione della serie su Wii U verrebbe accolta con grande entusiasmo, ma viene da pensare che qualsiasi cosa venga data in mano al team possa diventare una potenziale bomba, dunque lasciamo carta bianca a Nintendo per far realizzare una novità a Retro Studios, certi che qualcosa di ottimo ne verrebbe fuori. Passando invece a titoli più specifici, i primi che vengono in mente sono un nuovo capitolo di Luigi's Mansion magari su Wii U, con nuove meccaniche di gameplay collegate al GamePad, un "qualcosa" su The Legend of Zelda: Majora's Mask, che sia un remake sullo stile dell'Ocarina of Time per Nintendo 3DS o una sorta di reboot o capitolo collegato e un nuovo StarFox, magari realizzando questa volta nel migliore dei modi quella visione ambiziosa che era all'origine dello StarFox Adventure per Gamecube, realizzata solo in parte con il capitolo uscito nel 2002.Il mito immortale di Star Wars
Con la recente acquisizione del marchio Star Wars da parte di Disney e il successivo accordo con Electronic Arts non abbiamo dubbi che la serie cinematografica continuerà ad essere abbondantemente rappresentata anche sul mercato videoludico in futuro, in ogni caso è facile immaginare diverse soluzioni ideali per nuovi giochi basati sull'universo creato da George Lucas.
Il nuovo Battlefront è già stato annunciato ed è in lavorazione presso gli affidabili studi di DICE, e questo già rappresenta la realizzazione del desiderio di molti giocatori ma ci sono altre possibilità che potrebbero essere esplorate: sul fronte più puramente action si potrebbe pensare ad un titolo strutturato secondo i tradizionali canoni del genere con visuale in terza persona, sullo stile di The Force Unleashed, partito da un'ottima idea che non è riuscita a realizzarsi in maniera propriamente perfetta. Quanto visto di Star Wars 1313 poteva coprire questa "esigenza", ma com'è noto il gioco è stato cancellato lasciando dunque aperta questa interessante area di sviluppo. In accezione decisamente diversa c'è un'altra interpretazione di Star Wars di cui si sente una certa mancanza, e sono le simulazioni e gli sparatutto riguardanti essenzialmente le "astronavi" della serie, e su questo fronte vengono in mente serie come Rogue Squadron o Rogue Leader, che hanno rappresentato forse le esperienze videoludiche più vicine a certe esaltazioni cinematografiche della saga (impossibile dimenticare il livello iniziale del primo capitolo su Gamecube) e le vere e proprie simulazioni rilasciate da LucasArts diversi anni fa su PC, con X-Wing e Tie Fighter, entrambi rappresentanti di un genere che pare quasi estinto, ma che potrebbe trovare linfa nelle nuove tecnologie, oltre a poter godere, in questo frangente, del carisma indiscutibile di Star Wars. Infine, non si può non citare anche la possibilità di un RPG basato su questo universo, memori dei due Knights of the Old Republic che hanno rappresentato una delle massime rappresentazioni della saga cinematografica in forma di videogioco.Nuova generazione di corse
Il successo su Kickstarter di un progetto come 90s Arcade Racer, ma anche semplicemente la sua stessa esistenza, ci dicono che nel panorama videoludico attuale c'è ancora tanta voglia di corse veloci, arcade e spensierate come quelle a cui Sega ci aveva abituato negli anni 90 con i suoi coin-op. È vero che si tratta di un genere mai passato di moda, ma bisogna dire che il panorama attuale e quello del prossimo futuro, in questo campo, sembra dominato soprattutto dai racing game ad impianto simulativo, sempre più profondi e seriosi. D'altra parte, i grandi marchi del racing arcade non se la passano bene, a quanto pare, ed è sintomatica la situazione non facile in cui si trova uno dei team che hanno maggiormente dato un'impronta al genere negli ultimi anni, ovvero Criterion, attualmente impegnato peraltro in un nuovo progetto che non ha a che fare con il mondo delle corse.
Guardando un po' in giro, sembra che l'unica serie in grado di resistere monolitica all'evoluzione del mercato sia Need for Speed, che tra alti e bassi continua ad imporsi al pubblico. Al di là dei progetti indipendenti come il suddetto 90s Arcade Racer e l'interessante Next Car Game di BugBear, dunque, non pare esserci molto altro all'orizzonte. Eppure è strano vedere uscire una nuova PlayStation senza il suo Ridge Racer istituzionale, serie che sembra confinata a progetti di scarso rilievo come titoli online free to play o giochi mobile, quando un tempo rappresentava un punto di riferimento nello showcase tecnico delle nuove console lanciate sul mercato. Ci piacerebbe dunque veder tornare in pista un Ridge Racer in vecchio stile, con una Namco veramente impegnata a infondere il classico spirito nipponico nella serie invece di affidarla in outsourcing a qualcun altro. Allo stesso modo, farebbe piacere un ritorno del Burnout in puro stile Criterion, tutto giocabilità, grafica e accompagnamento audio incalzante, mentre le recenti voci su un possibile ritorno di Forza Horizon accendono la speranza di vedere l'ottima interpretazione "open world" del racing game Microsoft anche su Xbox One.Nuove prospettive d'azione
A fronte di titoli sempre più complessi e sfaccettati, che tendono ad avvicinarsi quanto più possibile all'esperienza cinematografica, si riducono gli spazi dedicati agli action di varia tipologia, derivazioni di strutture arcade che forse colpiscono fette di pubblico più selezionate rispetto alle maxi-produzioni più poliedriche, ma rappresentano comunque l'espressione più vera del videogioco classico. Su questo fronte non c'è che l'imbarazzo della scelta tra picchiaduro, sparatutto, hack and slash e quant'altro, sebbene nel complesso i generi siano comunque ben rappresentati nel corso degli anni. Per fare un nome significativo, attendiamo di vedere cosa può avere in cantiere Platinum Games, team che rappresenta ormai una garanzia per quanto riguarda l'action, con particolare accezione nipponica.
L'etichetta sta lavorando attualmente a Bayonetta 2, ma non si escludono ulteriori progetti in corso ancora da svelare, e chi ha intenzione di impegnarsi un po' su tasti e levette analogiche probabilmente sarà in attesa di notizie al riguardo. In questo caso non ci sono nemmeno particolari nomi a cui guardare, ci affidiamo semplicemente a quello che Hideki Kamiya ha in mente per il futuro dell'action game. La distribuzione in digitale rappresenta già da tempo un'interessante canale su cui convogliare i progetti che difficilmente rientrerebbero nella dinamica produttiva e nella progettazione di un titolo tripla A standard, pertanto vari giochi appartenenti ai filoni action più "semplici" possono trovare facilmente spazio all'interno di questo salubre ambito ed è qui che probabilmente possiamo sperare di poter vedere nuove produzioni in stile Treasure (e la riedizione di Guardian Heroes è alquanto indicativa in questo senso), nuovi "metroidvania" (come lo Strider in sviluppo presso Double Helix) o anche shoot'em up a scorrimento, ormai relegati ai margini del mercato videoludico ma sempre ben accetti da chi tiene alle sane radici del settore.Il ruolo dei giochi e viceversa
Nella rassegna sui titoli che ci piacerebbe veder annunciati nel prossimo futuro non poteva mancare una sezione dedicata ai giochi di ruolo, nelle loro diverse accezioni. Bisogna dire, prima di tutto, che si tratta di un genere sempre piuttosto ben coperto, sia dai publisher di grandi dimensioni che da team più piccoli o indipendenti, dunque è difficile che i desideri, in questo frangente, rimangano frustrati a lungo. Anche in questo caso, Kickstarter ha dato una marcia in più, consentendo a molti progetti che non avrebbero trovato spazio nelle dinamiche produttive attuali di riuscire ad essere portati a termine e arrivare sul mercato. I casi sono tanti, dalla riesumazione dei grandi classici come Torment con il nuovo Tides of Numenera alle sperimentazioni piuttosto ardite di Warhorse con il recentemente finanziato Kingdom Come: Deliverance.
Eppure, anche qui c'è spazio per pensare a cosa vorremmo in più. Partiamo da Bethesda, attualmente impegnata al massimo nel trasportare in un contesto online la saga di The Elder Scrolls ma da cui attendiamo anche notizie su titoli che possono potenzialmente sconvolgere gli equilibri di mercato, ovvero Fallout 4, il cui sviluppo è probabile anche se informazioni certe non ce ne sono ancora (al netto di qualche scherzo crudele da parte di fan annoiati) e The Elder Scrolls VI, che prima o poi dovrà anche lui arrivare sul mercato. Spostando l'interesse sul fronte nipponico, anche qui ci sono alcuni titoli che vorremmo vedere nel prossimo futuro, all'interno di una scelta veramente ampia di possibilità. Parliamo ad esempio di un nuovo progetto di Hironobu Sakaguchi, che con la sua Mistwalker avrà molto probabilmente qualcosa in cantiere tra Wii U, Xbox One e PlayStation 4: poco probabile che si ripeta la particolare partnership con Microsoft che portò alla creazione di Blue Dragon e Lost Odyssey nel primo periodo di Xbox 360 ma possiamo comunque attenderci grandi cose dal game designer ex-Square, considerando che la sua ultima produzione è The Last Story, che ha dimostrato comunque un'abbondante riserva di storie e atmosfere da parte di Sakaguchi. Parlando invece di desideri quasi impossibili da esaudire possiamo citare il buon vecchio Mother di Nintendo, di cui in occidente attendiamo ancora la traduzione del terzo capitolo mentre in tutto il mondo si continua a sperare in una continuazione della serie che appare sempre meno probabile e, visto che stiamo parlando di sogni e desideri, potremmo anche pensare ad una continuazione, o anche un remake in qualche forma, di Panzer Dragoon Saga, il particolare gioco di ruolo di Sega basato sull'universo creato per gli sparatutto a bordo di draghi. Il gioco, sviluppato dal Team Andromeda per Saturn, si distingue ancora per il suo particolare fascino e per l'equilibrio trovato dagli sviluppatori nella creazione di un mondo unico, complesso e coerente, insieme ad un sistema di combattimento ed esplorazione non banali.Dateci dell'horror
Un genere che sembra non conoscere crisi, per quanto riguarda la ricezione del pubblico, è l'horror, anche se l'interpretazione di questo, dal punto di vista videoludico, sembra viaggiare su due binari paralleli. Da una parte le grandi produzioni sembrano soffrire di una curvatura verso l'action blockbuster che possa andare a pescare la maggiore quantità di utenti possibili per coprire le ingenti spese dello sviluppo, dall'altra assistiamo a diverse nuove accezioni di gioco horror, spesso molto più in linea con i desideri dei cultori del genere, nel panorama indie. Così mentre Resident Evil ha compiuto una notevole parabola discendente per quanto riguarda l'apprezzamento del pubblico storico, con un sesto capitolo che rientra pienamente nella categoria dello sparatutto in terza persona standard, tra i giochi indie su PC troviamo idee fresche e veramente inquietanti come Amnesia, The Forest, Outlast e Slender, per nominarne solo alcuni.
La speranza dunque è che la pubblicizzata apertura nei confronti degli indie anche da parte delle nuove console possa consentire l'accesso a questo rigoglioso panorama anche al di fuori dell'ambito PC, con nuove idee sempre in evoluzione. Per quanto riguarda il grande survival horror classico, molte speranze sono affidate a The Evil Within, la nuova produzione del creatore di Resident Evil Shinji Mikami e del suo team Tango Gameworks in collaborazione con Bethesda, che per quanto visto sembra decisamente promettente. Eppure, continuiamo a sperare in un ritorno alle origini anche per Resident Evil, una ricongiunzione con lo spirito originale che continua ad essere promesso da Capcom ad ogni nuovo capitolo ma che sembra invece sempre più lontano, con grande dispiacere dei tanti appassionati che probabilmente pagherebbero a peso d'oro un titolo del calibro di Resident Evil Rebirth, ovviamente applicato alle tecnologie moderne. Allo stesso modo confidiamo in un mantenimento delle atmosfere e del tasso di horror anche per un prossimo capitolo di Dead Space, il cui terzo episodio è riuscito a mantenere miracolosamente intatta buona parte dello spirito originale, ma su cui la pressione verso uno sdoganamento in ambito sparatutto da parte del publisher è decisamente visibile, nonché per Silent Hill, che ci auguriamo possa trovare in futuro un migliore equilibrio tra tensione horror, level design e giocabilità.