Magazine Diario personale

Sogni e finestre

Creato il 30 luglio 2012 da Lavostraprof

Siccome la speranza è l’ultima a morire, sono andata a sentire se era vero che c’è una finestra da cui buttarsi a capofitto per la pensione. Nel 2015. Anche se non hai maturato del tutto i tuoi ottandue anni di età e novanta di servizio effettivo (i numeri sono questi, no?).
C’è.
La finestra, dico.
Anzi, dirovvi, se volessi, potrei pure andare in pensione l’anno prossimo.
Dall’1 settembre 2013, per intenderci. Rientro in qualcosa che hanno fatto per cui c’ho l’età per scivolare dalla finestra anche prima di quel che pensassi. Non ho gli anni di servizio, ma lo scivolo me lo offrono (invece della finestra).
Solo che lo scivolo è di metallo, è rimasto al sole con 32 gradi, ci si sale in mutande, e non c’è nemmeno un po’ di vaselina ad aiutare. Vi lascio immaginare il risultato.
Il risultato è: pensione di poco più di metà di quello che prendo oggi.
Me lo posso permettere?
No, non me lo posso permettere.
Andrò in pensione quando avrò maturato.
Se nel frattempo non aumenteranno ancora.
Nel caso, hakuna matata: andrò a scuola con il cornetto acustico, il bastone tripede, e l’assistenza psichiatrica domiciliare.

(La cosa più bella è che mi sono laureata nella prima sessione estiva disponibile. Il che significa che ho frequentato l’Università dal 1° novembre del primo anno ai primi di luglio del 4° anno. Il che significa che, ai fini pensionistici, la mia Università non conta quattro anni, ma tre anni e otto mesi. Sì, perché laureata i primi di luglio, non mi vengono riconosciuti i successivi mesi: luglio, agosto, settembre e ottobre. Se mi fossi laureata dopo, avrei quattro mesi in più di pensione da contare)



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