Magazine America
Non so bene cosa mi aspettasse quando sono partito per il Messico, sicuramente ero emozionato all'idea di questa nuova avventura che stavo per vivere, ma non avevo idea di cosa avrei trovato e, soprattutto, come io stesso mi sarei adattato. Beh, posso dire che è stata una delle esperienze più belle ed intense che abbia mai vissuto..
Mi chiamo Luca, ho 29 anni, sono di Milano e, nella vita, sono istruttore di fitness e terapista manuale ovvero lavoro come Personal Trainer e Osteopata. Un giorno "cazzeggiavo" sul web e, quest'attività così comune e frivola, nel mio caso specifico, ha rappresentato una svolta per il mio futuro.
Mi sono infatti imbattuto per puro caso in questo blog; beh, curiosando qua e là, nel blog ho scoperto la possibilità di fare un'esperienza come volontario presso il Centro Ecologico Los Cuartos, dove si insegna ai bambini delle scuole (potrei paragonarle alle nostre elementari/medie) Educazione Ambientale. I compiti dei un volontari è quello di affiancare gli educatori di questo centro e mettere a disposizione il proprio bagaglio culturale e professionale, al fine di poter dare un contributo personale a quello che è già un ottimo programma di insegnamento. Di certo ci si potrebbe chiedere cosa c'entrassi io, Personal Trainer e osteopata, con un programma di Educazione Ambientale. Ecco, è qui che "casca l'asino", come si suol dire dalle mie parti. Per me quella è stata una bellissima opportunità di fare un'esperienza di crescita personale, che mi avrebbe messo alla prova, per certi aspetti; che mi avrebbe dato la possibilità di lavorare con i bambini. Era da tanto tempo che avrei voluto fare del volontariato; e aspetto non meno importante, avrei imparato una nuova lingua. Lo spagnolo non è certo difficile come l'arabo o il cinese, quindi in due mesi avrei avuto buone possibilità di impararlo in modo più che soddisfacente. Ecco perché volevo partire; in Messico avrei potuto fare anche il cameriere o l'autista, ma era un'avventura quello che cercavo, non fare semplicemente quello che già facevo qui. L'ho fatto per me stesso.
Bene, non ci è voluto molto nella mia testa per decidere che ne valesse la pena. Così ho contattato Dario che, con disponibilità e gentilezza, mi ha fornito tutte le informazioni di cui avevo bisogno, compresi quei dubbi e timori che la logica impone in questi casi: vai lontano migliaia di chilometri da casa per la prima volta, in un paese con una lingua ed una cultura diversa dalla tua, in più gli ovvi problemi legati alla sicurezza. Una volta presi accordi con l'organizzazione del Centro Ecologico "Los Cuartos", situato nello stato di Aguascalientes, dove, previamente, ho presentato domanda per candidarmi al loro programma di volontariato, ho organizzato la mia partenza e il dodici di luglio sono partito. Data di ritorno: dieci settembre.
Candidarmi non è stata solo una formalità perché vengono richiesti, un minimo di requisiti. Ciò nonostante, il personale di "Los Cuartos" si è dimostrato estremamente gentile, spiegandomi quale fosse il loro programma e quale fossero le caratteristiche richieste (rimando alla visita del sito per approfondimenti). L'elemento che mi ha ulteriormente motivato nell'intraprendere questo è stata la richiesta di “Los Cuartos” di aiutarli a realizzare un programma specifico di Educazione Fisica per i bambini, visto anche il grande numero di attività ludiche che svolgono durante le giornate richiedono un impegno fisico importante.
Che dire, è stata un'esperienza fantastica, che mi ha insegnato molto, mi ha aperto gli occhi sulle mille possibilità che il mondo ti offre, quando invece troppo spesso ci limitiamo solo a quello che ci circonda non andando al di là del nostro naso.
Il Messico è un Paese meraviglioso, dalle mille risorse che aspettano solo di essere valorizzate e messe a frutto. Per certi versi assomiglia moltissimo al nostro sud Italia di cinquant'anni fa e, per alcuni aspetti, anche di quello attuale. Le persone sono molto ospitali, amabili, cercano in tutti i modi di farti sentire a tuo agio e ti danno tutto quello che possiedono, ovviamente non parlo di cose materiali. A me, personalmente, ha colpito molto la loro dignità. Mi spiego; è un paese sicuramente molto povero, anche se non a livello di terzo mondo, però tutti si danno da fare come possono e, soprattutto, non si lamentano, di quello che "non" hanno. Hanno una famiglia, dei figli, e cercano di mandarla avanti come possono. Probabilmente per questa situazione i bambini non sanno cosa sia quasi un videogame o uno smart phone, ma questo di certo è un bene, perché trovano anocra il gusto e il piacere di giocare nel cortile, per strada, nei campetti
dell'oratorio insieme ai loro coetani. In poche parole si sanno divertire, con poco direbbe qualcuno, ma è moltissimo per come la vedo io. Andate a vedere cosa succede in una qualsiasi scuola elementare del nostro paese, più al nord magari, durante l'ora di ricreazione. Provate a vedere se i bambini si stanno facendo una sana partitella a calcio, a nascondino, guardie e ladri o invece li trovate tutti quanti impegnati con il videogioco sul cellulare, in gruppo o isolati. Lascio a voi le considerazioni delle possibili conseguenze di queste abitudini. (Continua...)
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