- Volatile.
C’era una volta un sogno, un sogno grande e bello, un sogno ad occhi aperti, vissuto dalle pubbliche personalità e partecipato dalla comunità. Era un sogno nato dalle esperienze delle lotte operaie, dalle sofferenze del duro lavoro, dalle tragedie degli infortuni mortali e dalle malattie. Era un sogno del sindaco comunista di Santa Croce Adrio Puccini, che, con i compagni, lanciò la parola d’ordine ”Produrre senza inquinare”. Era un sogno degli amministratori di sei Comuni per costruire la città di novantamila abitanti. Il Comprensorio del Cuoio e delle Calzature, antesignano della Riforma Sanitaria, esempio per il disinquinamento idrico, precipitò poi nelle angosciose maleodoranze, denominate nube tossica; i cittadini parteciparono a grandi manifestazioni di protesta per il pressante senso di soffocamento che aveva tolto la serenità del vivere. Il Servizio di Prevenzione (diventato ARPAT), con campagne di ricerca, con sopralluoghi nei luoghi di lavoro e nei depuratori, propose interventi di risanamento che riportarono la tranquillità nella popolazione. Attuando il Telerilevamento e l’attività di prevenzione ambientale le industrie e i depuratori furono messi sotto continuo controllo. All’inizio della storia avevamo amministratori pubblici con un sogno grande, un sogno rosso splendente; perché oggi abbiamo oscuri burocrati che si fanno scippare servizi così indispensabili per la nostra Zona? Leggiamo che l’ARPAT provinciale si fa in quattro per dare ad intendere che fanno tutto loro. Sembra proprio che essa si sia assunta il ruolo di giustificare la sopravvivenza della Provincia di Pisa. Gli sforzi dei conservatori del vecchio ente inutile sono costati e costano enormi cifre, perché è appurato già da quaranta anni che con la istituzione della Regione la Provincia è sicuramente ente inutile. Ora vogliono prendere le risorse dai Comuni e dagli imprenditori ma nel contempo togliere il personale all’ARPAT di zona, lasciando intendere che hanno la volontà di chiudere la sede di San Romano; le maleodoranze tuttavia sono tornate a farsi sentire e le proteste dei cittadini non vengono ascoltate. L’attività dell’ARPAT di San Romano si è, nel passare degli anni, caratterizzata proprio perché ha risolto i problemi del Comprensorio e delle gravi maleodoranze, irrisolvibili rispettando solamente i tassi stabiliti dalla legge. Questo perché vi è stata una concertazione tra i Comuni, ARPAT e le Associazioni dei Conciatori per mantenere limiti molto più bassi di quelli stabiliti. Per questo è indispensabile che l’ARPAT di San Romano non sia mantenuta solo come presenza e mero supporto di Pisa. Considerata la peculiarità del Comprensorio del Cuoio, che si caratterizza per la stretta convivenza tra le attività a forte impatto ambientale con le abitazioni, è necessario che sia riconosciuta come attività obbligatoria, dato che svolge anche attività di Prevenzione ambientale a supporto dell’ASL 11. Per questo è auspicabile un processo inverso: poiché in tutta la provincia pisana il Comprensorio del Cuoio è un’area unica ad alto impatto ambientale, perché non trasferire lì l’ARPAT di Pisa ed essere veramente produttivi ed economizzare? Mi auguro che gli amministratori dei nostri Comuni non cadano in tranelli e non si facciano rapinare un servizio che ha dimostrato tutta la sua indispensabile utilità, e chiedano alla Regione Toscana di accogliere la volontà espressa da tutti i Consigli Comunali: l’istituzione del Centro Regionale di Prevenzione e Telerilevamento ARPAT con Sede nel Comprensorio del Cuoio. Gli amministratori di altre zone hanno avuto il riconoscimento di una stabile struttura ARPAT decentrata; perché solamente a noi viene negato questo sacrosanto diritto nonostante il lavoro eccellente svolto? Oggi il sommo poeta Dante avrebbe modificato il verso rivolto a Pisa forse così: ”poltronari vampiri delle genti?”. ( Meditazione leggendo su il grandevetro::: ottobre/dicembre 2011 ::: l’articolo : RIPRENDIAMOCI L’ARPAT di Renzo Mazzetti - sindaco di Montopoli in Val d’Arno dal 1996 al 1990 - ).
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PER APPROFONDIRE CERCA :
” ADRIO VI VEDE ” (23 aprile 2011).
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S O G N O E R E A L T A’
Com’è cieco colui che immagina
e progetta qualcosa
fino ai più realistici dettagli
e quando non riesce a darne conto interamente
con misure superficiali e prove verbali,
crede che la sua idea
e la sua fantasia siano vanità!
Se invece riflettesse con sincerità,
si convincerebbe che la sua idea è reale
tanto quanto l’uccello in volo,
solo che non è ancora cristallizzata;
e capirà che l’idea è un segmento
di conoscenza
ancora inestricabile in cifre e parole,
poiché troppo alta e troppo vasta
per essere imprigionata
nel momento presente;
ancora troppo profondamente immersa
nello spirituale
per piegarsi al reale.
-K a h l i l G i b r a n-