Dopo l’argento di Pechino 2008, Clemente Russo coltivava da quattro anni un solo obiettivo: vincere la medaglia d’oro a Londra 2012. Ancora una volta, tuttavia, il sogno si è infranto proprio in finale: troppo forte il campione del mondo ucraino Oleksandr Usyk, meritatamente vincitore per 14-11.
Nel primo round Tatanka approcciava il match nel migliore dei modi, mantenendo a distanza l’avversario e sorprendendolo con dei ganci sinistri dalla distanza. Il punteggio diceva 3-1 per il 30enne di Marcianise.
La sfida girava completamente nel secondo parziale. L’ucraino partiva a testa bassa e metteva a segno una serie impressionante di colpi ravvicinati di rara potenza, un paio dei quali assorbiti a fatica dall’azzurro. Il rivale dell’Est Europa si portava così in parità sull’8-8.
Nella terza ripresa Clemente Russo sembrava accusare la fatica della semifinale, mentre Usyk saliva in cattedra con diversi uno-due che si rivelavano decisivi per la vittoria finale.
L’ucraino è apparso più fresco ed incisivo, sfruttando al meglio il maggiore allungo di braccia che non ha concesso grosse soluzioni all’italiano.
Per Russo si chiude una carriera da dilettante comunque difficilmente ripetibile (due argenti olimpici, un titolo mondiale ed un trofeo individuale delle WSB), che lo proietta tra i più grandi pugili tricolori di sempre. Ora il campano, con ogni probabilità, si lancerà nel professionismo, con la concreta possibilità di rilanciare questo settore nel Bel Paese.
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OA | Federico Militello