- Inception – 2010 – ♥♥♥♥♥ -
di
Christopher Nolan
E’ presentato come il film dello stesso regista de Il Cavaliere Oscuro e gode di una promozione ottimale quest’ ultimo film di Christopher Nolan, regista che preferisco ricordare per il magnifico Memento piuttosto che per il suo film batmaniano. In realtà non è semplicemente un blockbuster ma un ‘ opera che ha una storia molto personale per il regista britannico, che ne ha scritto interamente da solo la sceneggiatura ben dieci anni fa. Celato dietro la parvenza di un action movie fantascientifico, Inception risulta alla fine essere un film molto più complesso che al suo interno racchiude elementi visionari che però vogliono essere da Nolan organizzati linearmente per risultare poi allo spettatore fruibili. Il protagonista Dom Cobb (interpretato da un ormai sempre perfetto Leonardo Di Caprio) ha lo scopo di volere innestare un’ idea nel subconscio di una persona utilizzando il fantascientifico mezzo di penetrare nei suoi sogni, aiutato da uno staff artistico completo in grado di controllare ogni aspetto dell’ esperienza onirica del malcapitato. In questo intreccio di sogni e subconsci la narrazione non risulta mai essere fine a se stessa ma costruita da Nolan abilmente come un gioco ad incastri che fino alla fine ha una sua logica ben precisa, ordinata in vari livelli onirici. La costruzione è, come già si era vista in Memento, frammentata ma non impedisce allo spettatore di esserne coinvolto riuscendo con abilità a trascinare all’ interno delle vicende ognuno di loro. E’ fondamentale fare attenzione a tutti i dialoghi del film, anche se spesso veloci e complessi, perché soltanto attraverso di essi si potrà avere una visione globale di ciò che sta accadendo sullo schermo. Il cast gira alla perfezione e oltre a Leonardo di Caprio, ormai a suo agio dopo Shutter Island in personaggi dal passato turbato, vanta di un ottimo Joseph Gordon- Levitt e di una brava Ellen Page, apprezzata precedentemente in Juno. I riferimenti ad opere cinematografiche che hanno cambiato l’ immaginario fantascientifico come Matrix o Brazil sono evidenti così come anche quelli mitologici ( il personaggio della Page si chiama Arianna e tesse le fila del sogno come un architetto). La differenza sostanziale tra un qualsiasi blockbuster hollywoodiano e Inception risiede appunto nella consistenza dei dialoghi e nel posto non prioritario degli effetti speciali, che in questo caso non dominano l’ azione ma ne sono solamente un utile mezzo visivo. Inoltre tutto questo è arricchito da una riflessione metacinematografica sul cinema stesso, che crea delle vere e proprie trame nei nostri subconsci, proprio come fanno i sogni, e che proprio come Cobb e compagni ha bisogno di uno staff ben nutrito di persone per funzionare alla perfezione. Anche le musiche non sembrano per nulla essere scelte a caso e se si glissa sulla già ben nota esperienza nel campo di Hans Zimmer, non si può restare positivamente sorpresi dalla scelta della canzone utilizzata dai protagonisti per risvegliarsi dai loro sogni, la “Non, je ne regrette rien” di Edith Piaf, personaggio che non meno di un anno fa è stato interpretato dalla stessa Marion Cotillard. E’ proprio questo che Nolan sembra volerci sottolineare: il cinema non è solo recitazione o soltanto effetti speciali, ma un lavoro artistico corale che se eseguito perfettamente, senza tralasciarne ogni suo singolo aspetto, è in grado di entrare alla perfezione nei subconsci ( e nelle preferenze) di ogni spettatore. E sicuramente gli spettatori e i critici non potranno non ricompensarlo nel breve e nel lungo tempo, poichè, a mio avviso, difficilmente questo film non sarà preso in futuro come spunto da altri blockbuster hollywoodiani che però difficilmente terranno conto così perfettamente della coralità ricercata e ottenuta in Inception da Nolan.
( Livello 2 del sogno)
( Manipolazione del subconscio)