Il 2 aprile 1985 un’autobomba esplode a Pizzolungo, vicino a Trapani.
Obiettivo della mafia è il sostituto procuratore di Trapani Carlo Palermo, da poco trasferitosi su sua richiesta da Trento.
Il magistrato si salva miracolosamente (anche se acciaccato, e lo resterà per tutta la vita), perché tra la sua auto blindata e l’autobomba transita l’auto di Barbara Rizzo, che sta portando a scuola i suoi due figli di sei anni, Giuseppe e Salvatore. L’auto e i corpi degli occupanti vengono dilaniati, spiaccicati sul muro di una villetta di fronte.
Su quell’auto doveva esserci anche Margherita Asta, la figlia di dieci anni, che però, per non fare tardi a scuola, ha preferito chiedere un passaggio a un’amica.
Margherita si ritrova con la famiglia distrutta. All’inizio pensa che la colpa sia del mancato obiettivo della strage, cioè di Palermo, poi pian piano capisce che i responsabili si chiamano mafiosi, che non hanno esitato a compiere quella strage. E così in questo libro Margherita Asta, insieme a Michela Gargiulo, ricostruisce le tappe della sua vita da quel tragico giorno, intrecciate con le vicende di Carlo Palermo.
Palermo si era trasferito da poco da Trento, dove aveva indagato su traffici di armi e di droga all’estero. Arrivato a sfiorare Bettino Craxi, da poco diventato presidente del consiglio, era stato oggetto di procedimento disciplinare da parte del CSM su esposto proprio di Craxi. A Trapani Palermo scoprirà una delle più grandi raffinerie di droga, ma soffrirà, come tanti altri, di isolamento.
Ricordiamo che quelli sono anni pesanti.
Nel 1980 vengono uccisi il presidente della regione Sicilia Piersanti Mattarella, il capitano dei carabinieri Emanuele Basile, il procuratore capo di Palermo Gaetano Costa.
Nel 1982 il segretario del PCI siciliano Pio La Torre, il generale dei carabinieri e prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Nel 1983 i magistrati Giangiacomo Ciaccio Montalto e Rocco Chinnici.
Nel 1984 il giornalista Giuseppe Fava e tanti altri carabinieri, poliziotti, imprenditori, finché si arriverà agli anni novanta, con l’uccisione di Falcone e Borsellino e gli attentati in varie città d’Italia.
Pochi mesi dopo l’attentato, Carlo Palermo si trasferisce a Roma e in seguito lasciò la magistratura.
Margherita Asta ha “elaborato” il suo dolore grazie alla sua nuova famiglia e all’incontro con Libera di Don Luigi Ciotti.
E’ un bel libro, che ci fa riflettere e tornare per un attimo a quegli anni bui, a quegli intrecci tra politica e criminalità organizzata che, di fatto, non sono ancora stati dipanati. E ci fa pensare a quanti servitori dello Stato abbiamo dovuto rinunciare, per colpa di uno Stato che non è riuscito (rectius: non ha voluto) farli lavorare e proteggerli come figli.
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Ieri, venerdì 12 giugno, ho terminato le mie terapie: radioterapia e chemioterapia. Dal 14 aprile al 12 giugno, mica ciufoli.
Ora attendo con pazienza e con ansia che ricrescano le mie papille gustative e quindi di riprendere a mangiare.
Ho perso dai 18 ai 20 chili. Il naso si è fatto aguzzo, lo sguardo a volte mi sembra spiritato. Il sapore in bocca è di un disgustoso che è impossibile descriverlo.
Dal mese prossimo inizieranno i primi controlli. Speriamo vada tutto bene.
Ora lasciatemi postare la foto di un piccolo… desiderio (piccolo e semplice, ma per uno che sopravvive da due mesi con te, biscotti e flebo, è già tanto).
Saluti a tutte/i.