Soldatino e la cagnolina monella

Da Fiaba


Sabato 23 Marzo 2013 08:55 Scritto da Andrea Ferretti

C'era una volta una cagnolina piccina piccina, nata da pochi giorni assieme ai suoi quattro fratellini. Nonostante fosse piccina piccina, come abbiamo detto, era una monellina incredibile e non obbediva mai alla sua mamma.

"Non dovete avvicinarvi mai alla pista dell'ippodromo, che ci sono i cavalli che vi calpestano", aveva detto la mamma ai cinque cagnolini quel pomeriggio.

I cagnolini, va spiegato, vivevano proprio a due passi dall'ippodromo, dove ogni sera i cavalli più veloci e dai nomi più strani si sfidavano in gare di trotto davanti a un pubblico appassionato che urlava.

La cagnolina, dicevamo, era proprio monella e una sera, mentre la mamma sonnecchiava allattando i quattro fratellini, zitta zitta uscì dalla tana, camminando con le sue zampone un po' malferme, visto che aveva appena imparato a camminare. Era attratta dalla luce che illuminava la pista perciò piano piano si avvicinò, passando tra le gambe delle persone, che neanche si accorgevano di lei, intente com'erano a seguire la gara.

Arrivata alla staccionata, la cagnolina non si fermò, perché era veramente tanto monellina, ed entrò zitta zitta in pista, fermandosi al centro.

Nessuno la notò, perché era molto piccolina e perché tutti guardavano i cavalli, che arrivano a grande velocità.

Ma qualcuno si accorse di lei: la sua mamma, che aveva notato la sua scomparsa, sapendo che era monellina, si era diretta subito alla pista dell'ippodromo, seguita dai suoi quattro fratellini con le loro zampotte malferme, visto che anche loro avevano appena imparato a camminare. Si era fermata vicino alla staccionata e quando vide la piccolina al centro della pista urlò (o, meglio abbaiò): "Vieni via subito che stanno arrivando i cavalli!!!".

In effetti stavano arrivando proprio i cavalli, velocissimi, seguiti da una nuvola di polvere: li guidava Soldatino (i cavalli da corsa hanno nomi lunghi, un po' strani, ma bellissimi), seguito da King e Dartagnan e via via tutti gli altri. Otto cavalli che correvano come matti.

Vedendo quegli animali enormi avvicinarsi, seguiti da una gigantesca nuvola di polvere, la cagnolina terrorizzata si immobilizzò: per la paura non riusciva nemmeno a muoversi.

Soldatino, che, oltre a essere molto veloce, era anche un cavallo intelligente e buono, incrociò lo sguardo allarmato della mamma della cagnolina, e comprese il pericolo: piccola piccola, c'era una cagnolina in mezzo alla pista, e bisognava inventarsi qualcosa perché non venisse travolta da lui stesso o dagli altri cavalli. E bisognava inventarlo presto.

Allora Soldatino, che era anche coraggioso, prese l'unica decisione possibile: si butto di traverso sulla pista, per fermare gli altri cavalli, che cominciarono a inciampiarsi tra di loro e a incastrarsi, ad avvinghiarsi, ad ammucchiarsi uno sull'altro.

Era un immenso, grande cumulo di cavalli che procedeva verso la cagnolina: Soldatino aveva le zampe posteriori sotto la pancia di Antonello da Messina, che aveva una zampa annodata a quelle di Bernadette, la quale a sua volta aveva la testa dietro la schiena di King, che si ritrovava con il muso per terra sotto il sederone di Dartagnan, anche lui schiacciato tra Piripicchio e Uragano, mentre sopra a tutti, sdraiato con la zampe all'insù, c'era Caligola. Qua e là nel mucchio spuntavano, con le loro divise colorate, anche i driver, ovvero i guidatori dei cavalli.

L'ammasso di cavalli si fermò a tre centimetri dalla cagnolina, con grande sollievo della mamma, che piangeva di gioia mentre correva ad abbracciarla. Anche la cagnolina piangeva, per lo spavento e per il pentimento: non avrebbe più disobbedito alla sua mamma.

Quando capì quello che era successo, il pubblico esplose in un grande applauso si gioia.

Ci vollero tre ore a districare la matassa di cavalli e driver, ma fortunatamente nessuno si sera fatto male.

E anche se la gara fu annullata, Soldatino fu premiato per il suo coraggio.

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