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Soldi a catinelle: il fenomeno Zalone e le leggi del marketing

Creato il 06 gennaio 2016 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
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Non ha sorpreso l’enorme successo riscosso al botteghino da Quo Vado? di Checco Zalone, che ha superato nel solo primo giorno di proiezione Harry Potter I Doni della Morte – Parte II, Spiderman e Star Wars – Il Risveglio della Forza con circa 7 milioni di euro di incassi: non ha sorpreso, no, e mentre qua e là si grida al miracolo della resurrezione del cinema nostrano, qualcuno azzarda – dati alla mano – un’ipotesi interessante che tenta di spiegare cosa c’è dietro i numeri da record dell’ultimo film del comico pugliese. Senza voler togliere nulla a Luca Medici, alias Checco Zalone, che di sicuro ha saputo ben capire e soddisfare il suo pubblico, si è fatta strada nei social conquistando una certa rilevanza l’idea secondo cui le costosissime strategie di marketing che hanno preparato il terreno per l’uscita del film avrebbero giocato un ruolo fondamentale per il grande successo riscosso al botteghino dallo stesso – che è stato, a quanto pare, deciso a tavolino. Non è certo una rivelazione, si obietterà: è proprio a questo che serve il marketing, e in questo caso, semplicemente, ha funzionato. Ed è così. Ma visto che gli internauti nostrani, divisi tra “zaloniani” e non, non sanno parlare d’altro in questi giorni, è d’obbligo un piccolo resoconto della situazione, che tenga conto non solo dei numeri del successo, ma anche del contesto dal quale sono stati estrapolati.
Di sicuro, il clima di attesa del film è stato costruito con dovizia di cure, nonché con una certa parsimonia nelle apparizioni televisive del protagonista del film, a dir poco centellinate fino alle settimane immediatamente precedenti il debutto al cinema di Quo Vado?. Una preparazione al trionfo decisamente ben studiata, per non parlare del ping-pong che ha terrorizzato e tenuto sotto scacco quasi fino all’ultimo istante i fan di Star Wars, che solo per poco hanno scampato l’eventualità di vedere l’attesissimo (per davvero) settimo episodio della saga con quasi un mese di ritardo rispetto al resto del mondo proprio a causa della possibile concomitanza delle uscite dei due film. Aldilà della ridicola immagine di Han Solo che teme la concorrenza di Checco Zalone, un dato interessante da analizzare è quello che prende in considerazione la distribuzione del film nelle sale italiane che è stata, a quanto pare, spropositata perfino rispetto ai “successoni” sopracitati: facendo fede a un articolo di Antonio Menna (http://www.italiaora.net/numeri-record-quo-vado-film-zalone-dietro-ce-strategia-studiata-tavolino/), Quo Vado? sarebbe il primo film italiano della storia ad essere distribuito in ben 1500 copie. Per avere un’idea, il già citato Star Wars-Il Risveglio della Forza in Italia è stato distribuito in 800 copie. Praticamente la metà. Se poi si tengono in considerazione il numero totale delle sale in Italia (circa 3800) e, di queste, la percentuale che si trova all’interno di cinema multisala (circa l’80%), è facile constatare che, l’1 Gennaio 2016, più del 60% dei cinema italiani proponeva almeno una copia del film di Zalone: considerato che nei piccoli centri abitati i cinema non offrono un gran numero di sale, e quindi neanche una grande scelta, e considerato che il periodo natalizio è, generalmente, particolarmente proficuo per il mercato cinematografico, è fin troppo facile trarre alcune conclusioni che, se di certo non ribaltano gli ottimi risultati ottenuti dal film in termini sia economici sia culturali (per così dire), sono comunque utili per collocare il successo del film in una dimensione più consona e, magari, per avere un’idea più realistica del fenomeno Zalone.
Perché i fenomeni mediatici, si sa, si autoalimentano. Medusa ha sicuramente lavorato molto bene nell’operazione commerciale che ha accompagnato la produzione e la distribuzione del film. Complice quell’atteggiamento – tutto italiano – che riconduce tutto o alla gloria o alla gogna, il gioco è fatto: basta un poco di (in)sana pubblicità, e tutti corrono a invadere i cinema. Poi si osanna. O si denigra. In fondo, che differenza fa?



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