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Soldi bruciati

Creato il 18 febbraio 2011 da Federicobona @Federico_Bona

Soldi bruciatiÈ un romanzo poliziesco. È argentino. Copertina dai toni tenui. Blurbs – ovvero frasi d’autore riportate per convincerti a comprarlo – abbastanza generici. È raro, ormai, trovarsi tra le mani un libro diverso da quello che ti aspettavi, nel bene e nel male. Invece, contro tutti gli indizi, questo lo è. Cosa che – sia detto di passata, anche se forse meriterebbe una riflessione – sulle prime mi ha persino impedito di apprezzarlo. Non c’è niente di metafisico in questa storia; nessun labirinto mentale sulle tracce di Borges; non c’è neppure un’indagine largamente deduttiva, ma questo si deve al ben più macroscopico vuoto alla casella “detective story”, checché ne pensi il redattore di Noticias citato in quarta di copertina (nella mia vecchia edizione Guanda oggi sostituita da Feltrinelli). Che cosa resta? Resta una storia di cronaca del 1965: una rapina in una banca di Buenos Aires compiuta da un gruppo di balordi, senza nessuna pietà, ovvero sparando a chiunque si metta in mezzo, seguita da una maldestra fuga e da un tentativo di far perdere le proprie tracce, sbarcando in Uruguay, gestito in maniera poco più che dilettantesca. E restano i balordi. Perché questo, alla fine, è semplicemente il ritratto di un gruppo di persone ai margini della società: psicotici, drogati, persone affettivamente e sessualmente instabili, violente, prive persino di quei codici minimi da mala che, almeno in quegli anni (e pure a quelle latitudini), riportavano entro un confine decente il confronto tra criminali e polizia. È uno spettacolo di violenza inaudita, spalancato davanti ai nostri occhi in alta definizione e in presa diretta, con pensieri e parole in bella evidenza a sottolineare il senso – o meglio il nonsenso – dei fatti cui assistiamo. E, per tornare alle cose che non ci sono, non c’è distacco ironico e non c’è nemmeno giustificazione sociale: il fatto di riconoscere una causa a queste azioni non ne sposta di un millimetro l’orrore. Per questo è un libro raro, perché ti mette di fronte a qualcosa che non sei abituato a guardare e lo fa senza darti filtri, senza fornirti appigli. È un pugno e come tale – certo – può non piacere, però è un pugno assestato magistralmente.

Soldi bruciati, Ricardo Piglia (Feltrinelli, 182 pp, 8 €)

Ascolta l’audiorecensione su RFT del 15-2


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